B - Barbonismo, Campionamento, Costruzione del questionario
D - Disuguaglianza
F - Focus group
G - Gioco
I - Indagine Scientifica, Interdisciplinarietà, Intervista
O - Osservazione
P - Psicometria
Q - Questionario psicometrico
R - Ricerca – azione, Ricerca Qualitativa, Ricerca Quantitativa
S - Scienza e senso comune, Svantaggio
T - Tecniche Di Osservazione, Teorie del gioco, Variabili
D - Disuguaglianza
F - Focus group
G - Gioco
I - Indagine Scientifica, Interdisciplinarietà, Intervista
O - Osservazione
P - Psicometria
Q - Questionario psicometrico
R - Ricerca – azione, Ricerca Qualitativa, Ricerca Quantitativa
S - Scienza e senso comune, Svantaggio
T - Tecniche Di Osservazione, Teorie del gioco, Variabili
Barbonismo
Il Barbonismo è il fenomeno per cui alcuni individui vivono senza una casa
, senza famiglia e senza lavoro ; si tratta quindi di marginalità , cioè star
fuori dalla vita sociale e non voler integrarsi . Ci sono due forme di
Barbonismo : tradizionale , nel quale il barbone e diffidente nei confronti
degli altri barboni e della società , che ritiene pericolosa . La seconda forma
è detta neobarbonismo ce maggiore disponibilità a affidarsi degli altri e della
società.
Campionamento
Campionamento probabilistico
il campione probabilistico è quel campione i cui risultati possono essere
estesi con un certo livello di confidenza alla popolazione.
- Campionamento casuale
- Campionamento sistematico
- Campionamento stratificato
- Campionamento a grappoli
Campionamento non probabilistico
Il campione non probabilistico è quel campione i cui risultati non possono
fare inferenze rispetto alla popolazione.
- Campionamento accidentale
- Campionamento per quote
- Campionamento a valanga
- Campionamento per dimensioni
- Campionamento a più stadi
- Campionamento a elementi rapprsentativi
Costruzione del questionario
Il questionario è uno strumento sfruttato nella ricerca sociale
(sociologia, economia, studi di mercato, indagini di opinione) che serve per
raccogliere informazioni in modo standardizzato e su campioni più o meno
grandi, tali per cui è possibile poi costruire una matrice dati, ed effettuare
poi analisi di tipo matematico/statistico. Vedi anche metodo quantitativo.
Il processo di costruzione di un questionario prevede tre passaggi
fondamentali:
1. dopo aver formulato e definito le ipotesi della ricerca, precisato
l’oggetto e gli scopi dell’indagine, si può procedere ad effettuare un
campionamento della popolazione di riferimento per individuare le unità di
analisi.
2. poi occorre individuare, sulla base delle finalità della ricerca e dei
risultati che si desiderano ottenere, la tipologia di questionario da
somministrare.
Il questionario può essere postale, telefonico, via e-mail, volante,
autosomministrato, somministrato da un intervistatore, ecc.
Occorre sottolineare che il questionario può essere considerato come una
sorta di intervista strutturata, caratterizzato da tutte le possibili
''trappole'' di tale forma di colloquio.
E’ necessaria infatti una particolare cura della dinamica psicologica
propria della relazione che si viene a creare tra intervistato ed
intervistatore, secondo le nozioni basilari della comunicazione interpersonale.
Il ricercatore deve ''mettere a proprio agio'' l’intervistato, deve creare le
condizioni ideali affinchè egli possa fornire il maggior numero di informazioni
attendibili.
3. La difficoltà successiva è quella della scelta delle domande da
utilizzare per ottenere uno specifico tipo di risposte e di informazioni.
In funzione della loro forma tecnica, le domande possono essere
classificate in:
- domande aperte: non prevedono risposte predefinite dal ricercatore e che
consentono piena libertà espressiva al soggetto intervistato
- domande chiuse: prevedono un ventaglio di risposte definite a priori dal
ricercatore
- domande a scala: prevedono l’utilizzo di scale di misurazione di vario
tipo (scale likert, differenziale semantico, ecc.) per la misurazione di atteggiamenti
o opinioni
In funzione del contenuto, invece le domande possono essere:
- domande di base: quesiti sulle caratteristiche anagrafiche, genere,
professione, reddito, ecc. dell’intervistato)
- domande filtro: quesiti che permettono di decidere i temi/problematiche
da sottoporre all’intervistato
- domande strutturali: quesiti che riguardano attributi fondamentali
dell’intervistato in relazione alla ricerca
- domande di comportamento: quesiti che riguardano fatti, esperienze
concrete dell’intervistato.
Disuguaglianza
Si parla di disuguaglianza sociale quando l'accesso alle ricompense sociali
risulta determinato dalle caratteristiche di un individuo o di un gruppo.Si
tratta di un fenomeno universale.Sono sempre esistite marcate differenze di
status tra i singoli membri di una società
Focus group
Un focus group è un tecnica qualitativa utilizzata nelle ricerche delle
scienze umane e sociali in cui un gruppo di persone è invitato a parlare, discutere
e confrontarsi riguardo l’atteggiamento personale nei confronti di un tema, di
un progetto, di un concetto, di una pubblicità, di un’idea o di un personaggio.
Le domande sono fatte in modo interattivo infatti i partecipanti al gruppo sono
liberi di comunicare con gli altri membri seguiti dalla supervisione di un
conduttore ( ricercatore o un suo assistente).
Il Gioco
Per gioco si intende un’attività volontaria e intrinsecamente motivata,
svolta da adulti , bambini o animale , a scopo ricreativo. In modo più
specifico si intendono anche le attività di tipo competitivo caratterizzate da
obiettivi e regole rigorosamente definiti. Alcuni giochi possono coinvolgere un
solo giocatore, ma nella maggior parte dei casi prevedono una competizione tra
due o più partecipanti. Aristotele accostò il gioco alla gioia e alla virtù,
Kant lo definì come un’attività che produce piacere. La psicologia invece vede
il gioco come protagonista dello sviluppo psicologico e soprattutto della
personalità del bambino. Inoltre , usato come mezzo terapeutico per far
superare paure e come modo spontaneo di espressività.
L’indagine Scientifica
L’indagine scientifica è un'attività umana avente lo scopo di scoprire,
interpretare e revisionare fatti, eventi, comportamenti o teorie relative alla
natura usando i metodi scientifici, cioè basati sul metodo scientifico.
L’indagine scientifica è la metodologia usata per accrescere la conoscenza
all'interno della scienza ed è ritenuta, in ambito economico, uno dei fattori
chiave per la crescita economica e lo sviluppo economico della società, in
virtù della sua potenziale capacità di fornire innovazione attraverso
l'applicazione tecnologica delle scoperte scientifiche favorendo così il
progresso della società noto come progresso tecnico e scientifico. L’indagine
scientifica è portata avanti dalla comunità scientifica secondo sue proprie
metodologie di valutazione della ricerca.
Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per
raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e
condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di fatti
misurabili attraverso l'osservazione e l'esperimento; dall'altra, nella
formulazione di ipotesi e teorie più generali da sottoporre al vaglio dell'esperimento
per testarne l'efficacia.
Interdisciplinarietà
Si può definire come una forma di collaborazione tra le discipline che
tende a un sapere unitario e più avanzato. Le varie discipline nonostante
siano diverse tra loro hanno molto in comune come per esempio la logica e i
metodi scientifici. L'intesa di fondo tra le discipline e la loro convergenza
sui problemi però non basta a spiegare il fatto che ci si dedichi alla ricerca
interdisciplinare.
La ricerca interdisciplinare si svolge unendo senza mai perdere di vista la
specificità di ciascuna disciplina. La prima fase di una ricerca
interdisciplinare è l'analisi multidisciplinare: si mettono a fuoco da ciascuna
disciplina i contenuti rilevanti e si contestualizzano, inquadrandoli nella
metodologia e nell'approccio teorico della disciplina.
L’intervista
L’intervista è uno strumento di indagine che si basa sul colloquio, viene
effettuata da un intervistatore, che pone le domande e registra le risposte e
da un intervistato, che risponde. Si trovano 3 diversi modelli di intervista:
1- INTERVISTA FACCIA A FACCIA, dove l’intervistatore e l’intervistato si
incontrano e conversano fra loro; 2- INTERVISTA TELEFONICA, dove non vi è
contatto diretto; 3- INTERVISTA DI GRUPPO, dove vengono intervistate più persone
contemporaneamente.
Vi sono 3 tipologie di intervista:
- NON STRUTTURATA: consiste in una conversazione tra il ricercatore e l’utente, le domande che vengono poste sono di tipo libero, questa tipologia è utile per indagini di tipo esplorativo;
- SEMI-STRUTTURATA: il ricercatore ha un’idea più chiara di ciò che gli serve per formare una valutazione, l’intervista risulta essere meno libera e il ricercatore deve affrontare i punti che più gli interessano;
- STRUTTURATA: le domande poste all’utente sono già predefinite dall’intervistatore.
- La MALATTIA: è un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo capace di modificare in modo negativo, o addirittura eliminare le funzioni normali del corpo.
Il concetto deve essere inteso come status e condizione reversibile tramite
una specifica terapia.
Non è un evento qualsiasi poichè introduce nell'individuo cambiamenti
significativi: ammalarsi è come trasferirsi in un'altra provincia e vivere una
situazione particolare.
MALATTIA MENTALE: non esiste un concetto unico; infatti chi ritiene
esistano delle basi concrete per poter distinguere tra comportamenti normali e
devianti e chi invece afferma che la malattia mentale sia solo un'etichetta che
la scienza tende ad attribuire a ciò che e normale e ciò che è patologico
seguendo regole precise.
Essa viene definita come uno stato di sofferenza psichica prolungato nel
tempo che incide sul vivere della persona causando problemi sia sul piano
affettivo-sociale che su quello lavorativo; un’alterazione
comportamentale o psicologica che provocano pericolo di disabilità e non
consentono il normale sviluppo della persona.
I disturbi mentali fanno parte del campo di studi della psichiatria,
psicopatologia e certe branche della psicologia.
Osservazione
L’osservazione è la registrazione di tutte quelle percezioni che ci
arrivano dall’ambiente circostante, esse possono essere sistematiche o
occasionali.
Nel caso dell’osservazione sistematica si parla di osservazione
sperimentale, caratterizzata dal controllo delle variabili; nel secondo caso
invece si tratta di osservazione naturale, in cui le condizione di rilevazione
non sono programmate.
L’osservazione consente di evidenziare la contraddizione tra ciò che
le persone dichiarano e ciò che fanno, e di svelare comportamenti
inconsapevoli.
Uno dei limiti dell’osservazione consiste nell’impossibilità di considerare
un gruppo numeroso di individui.
La psicometria
Si occupa di studiare la teoria e la tecnica della misura della conoscenza,
delle abilità, degli atteggiamenti e delle caratteristiche della personalità.
Le teorie psicometriche derivano da una molteplicità di aree scientifiche.
Gli psicometristi hanno sviluppato la gran parte delle teorie analizzando i
test mentali, perché questi possono essere definiti come un insieme di
stimoli, standardizzati per tipologia, durata, ordine, sequenza e istruzioni.
Questi stimoli sono costruiti in maniera tale da rappresentare, in base al
modello teorico che li ha edificati, una determinata funzione cognitiva o di personalità.
I concetti fondamentali della psicometria sono l'attendibilità e
la validità perché una misura certa sta misurando costantemente
qualcosa, mentre una misura valida sta misurando la cosa che si è supposto di
misurare.
Questionario psicometrico
I questionari psicometrici mettono in condizione di
cogliere i tratti interiori della persona individualmente. Il soggetto si
trova di fronte delle affermazioni, proposizioni distinte e rispetto a ciascuno
gli viene chiesto di auto valutarsi e di dire qual’ è la propria posizione.
Riempiendo il questionario il soggetto ci da una descrizione di se, ma è un
auto descrizione diversa da quella che egli potrebbe fare nel corso di
un’intervista. Il soggetto si trova davanti delle informazioni già formulate e
scritte.
Quando viene formulato il questionario psicometrico si cerca di
scartare tutte le domande confuse o ambigue. Nel questionario ogni area
comprende 7 domande disposte in ordine sparso, le risposte del soggetto
vengono codificate in maniera standardizzata ottenendo risultati
specifici, i punti vengono assegnati in base alla griglia di valutazione.
Ricerca – azione
Si intende per ricerca - azione un modo di concepire la ricerca che si pone
l'obiettivo non tanto di approfondire determinate conoscenze teoriche, ma:
- di analizzare una pratica relativa ad un campo di esperienza (ad esempio, la pratica educativa);
da parte di un attore sociale;
- con lo scopo di introdurre, nella pratica stessa, dei cambiamenti migliorativi.
Nell'ambito del processo/progetto educativo la prospettiva della
ricerca – azione si è rivelata produttiva anche in campo formativo, in quanto
permette ai soggetti in formazione di essere "attori" del processo
formativo. In campo educativo, la ricerca – azione costituisce un elemento
importante della pedagogia istituzionale, sia per quanto riguarda la formazione
del personale, sia per quanto riguarda l'analisi della pratica educativa e il
suo miglioramento.
La ricerca – azione nasce negli anni quaranta e trova la sua prima
teorizzazione nel lavoro dello psicologo tedesco Kurt Lewin che coniò il
termine action research, da cui derivano sia action ricerche, sia l'italiano
ricerca – azione. Le successive teorizzazioni, pur differenziandosi in
relazione all'orientamento filosofico di riferimento e alla collocazione
geografica, consentono di individuare alcuni elementi comuni che caratterizzano
la ricerca – azione rispetto agli altri approcci:
- la previsione di un rapporto di collaborazione e di confronto fra ricercatori e attori, sia nella fase di definizione del problema, sia nella gestione della concreta attività di ricerca;
- l'idea che la ricerca non debba essere “neutrale”, ma debba diventare agente di cambiamento e di emancipazione sociale;
- l'idea che lo scopo della ricerca – azione non sia quello di ampliare le conoscenze, ma di risolvere problemi che si presentano nell'ambito di un contesto lavorativo o sociale;
- l'attenzione al contesto ambientale e alle dinamiche sociali, intese sia come possibili elementi del “problema” che come risorse per il cambiamento;
- l'attenzione alla dimensione formativa della ricerca;
- la circolarità (alcuni studiosi parlano di "ricorsività") fra “teoria” e “pratica”.
La Ricerca Qualitativa
La ricerca qualitativa si basa sull’interazione tra ricercatore e soggetto
in un’ottica ricerca-azione. Diretta alla scoperta di significati mediante
metodi storico, fenomenologico, etnografico e sociologico.
E' una ricerca diretta alla scoperta di significati piuttosto che alla ricerca di cause ed effetti.
La ricerca qualitativa è un approccio sistematico, soggettivo, volto alla descrizione di eventi diversi, e a alla loro comprensione, è lo studio delle cose nel loro contesto naturale, cercando di dare un senso a, o di interpretare, i fenomeni, in termini del significato che le persone danno loro.
Ricerca qualitativa, quando:
E' una ricerca diretta alla scoperta di significati piuttosto che alla ricerca di cause ed effetti.
La ricerca qualitativa è un approccio sistematico, soggettivo, volto alla descrizione di eventi diversi, e a alla loro comprensione, è lo studio delle cose nel loro contesto naturale, cercando di dare un senso a, o di interpretare, i fenomeni, in termini del significato che le persone danno loro.
Ricerca qualitativa, quando:
1) Si vuole studiare una
questione psico-sociale complessa, o un processo
2) Si ha bisogno di un
quadro contestualizzato
3) Si ha bisogno di informazioni
comportamentali
4) Poche conoscenze
preliminari sul tema della ricerca, ricerca esploratoria.
Una ricerca qualitativa deve seguire i seguenti criteri:
Credibilità o Veridicità dei risultati che devono essere:
comprensibili, significativi e ritenuti rilevanti nel contesto della famiglia / cultura in studio giudicata dai partecipanti e da altri esperti della disciplina
comprensibili, significativi e ritenuti rilevanti nel contesto della famiglia / cultura in studio giudicata dai partecipanti e da altri esperti della disciplina
Verificabilità: valutata in base alla adeguatezza delle informazioni che
hanno condotto il lettore dal quesito di ricerca ai dati grezzi fino alla
interpretazione dei risultati
Idoneità ai modelli: Fedeltà alla realtà dei partecipanti descritta in modo
dettagliato.
Si riferisce a dimostrazioni documentate di modelli ripetuti attraverso il tempo che riflettono consistenza negli stili di vita o nei modelli di comportamento
Si riferisce a dimostrazioni documentate di modelli ripetuti attraverso il tempo che riflettono consistenza negli stili di vita o nei modelli di comportamento
Saturazione: Le informazioni che il ricercatore reperisce diventano
ripetitive e non si evidenziano nuovi modelli di comportamento
Confermabilità: I dati sono convalidati in quanto riflettono la conformità
ai criteri di:
- credibilità
- - verificabilità
- -
idoneità
Trasferibilità: Si riferisce al fatto che i risultati di uno studio ultimato abbiano simili significati e rilevanza per essere trasferiti in un’ altra situazione simile, un altro contesto o cultura (è l’equivalente della generalizzabilità nella ricerca quantitativa)
Ricerca Quantitativa
La ricerca quantitativa è una ricerca basata essenzialmente
su dati statistici, attraverso cui è possibile trarre dati oggettivi.
Lo scopo della ricerca quantitativa è contribuire al progresso
scientifico, per cui un’indagine si considera riuscita se ha fornito
informazioni che sono entrate a far parte delle conoscenze tradizionali di uno
specifico settore. I ricercatori quantitativi inoltre, a differenza dei
qualitativi, ritengono estraneo all’attività scientifica l’impegno
etico-sociale.
Ciò si cui punta la ricerca quantitativa è l’esattezza. Per cui il sapere
elaborato deve essere preciso, chiaro e fondato, in modo che teorie e modelli
possano essere confrontati empiricamente.
È di fondamentale importanza nella ricerca la comparabilità dei dati. Se
ciò non è possibile non si possono elaborare teorie generali né mettere alla
prova ciò che si sostiene. Per esempio se si vogliono confrontare i risultati
ottenuti da più persone è necessario porre a tutti le stesse domande, nello
stesso ordine e con delle risposte prefissate.
Il compito del ricercatore è quello di operare in un contesto empirico
multidisciplinare, dominando diversamente “dimensioni” logiche del processo di
ricerca, quali :
1) Conoscenza approfondita delle teorie di riferimento;
2) Capacità di generalizzazione;
3) Predisposizione all’analisi quantitativa ed esperto utilizzatore della
statistica sociale;
4) Abilità nella lettura da dati statistici;
5) Attento e cauto nell’interpretazioni dei risultati;
Molti studiosi sostengono che la ricerca quantitativa si basi sullo studio
del macrosociale, svolgendo uno studio estensivo, mentre la ricerca qualitativa
svolge una ricerca di tipo intensivo. Ciò non è del tutto errato poichè i
ricercatori quantitativi sostengono che si debbano analizzare un gran numero di
casi prima di ricavare modelli e teorie universali. Dunque nelle indagini
quantitative le procedure sono stabilite da un protocollo che il ricercatore
esegue ordinatamente poiché non potrebbe essere altrimenti.
Scienza e senso comune
Senso comune e scienza s’incontrano nel linguaggio, ma per il linguaggio
anche si dividono. E non si tratta soltanto di una questione semantica, perché
nel linguaggio stesso c’è controllo e potere. Spesso l’efficacia di un
determinato linguaggio specialistico viene sopraffatta dal potere selettivo che
tale linguaggio permette, visto che chi lo conosce e lo usa detiene il potere
del sapere che manifesta per suo tramite.
Il rapporto fra la scienza e il senso comune è sempre stato un rapporto
tormentato in questo nostro secolo, vuoi perché si è cercato di vedere l’una
come l’evoluzione più o meno raffinata dell’altro, vuoi perché si è escluso
ogni rapporto fra i due. I problemi nascono perché la costituzione del senso
dei termini non è affatto evidente e più volte si è assistito e si assiste a un
disaccordo di fondo su ciò che si deve intendere per senso comune o per scienza.
E non si creda che dei due, sia il primo a presentare maggiori difficoltà.
Lo statuto di scientificità che si è attribuito alla scienza è sempre stato
nel tempo piuttosto fluttuante ed è quasi impossibile fornire una definizione
rigorosa e costante di ciò che una scienza dev’essere per essere scienza. O
meglio, di definizioni del genere ne sono state date parecchie, e non sempre in
accordo fra loro. In questo modo si cercava di definire il senso comune
“interno” alla scienza, vale a dire metodi e procedure in “comune” per tutte le
scienze. E per questo si stabiliva quali forme del sapere potevano appartenere
alla Scienza e quali no: il senso comune (della scienza) definiva così un
insieme di criteri di appartenenza L’esempio più clamoroso del rapporto fra
scienza e senso comune è abitualmente considerato quello del conflitto fra il
sistema eliocentrico e il sistema geocentrico: per il senso comune è il sole a
muoversi intorno alla terra, per la scienza è l’inverso. Ciò non toglie che
persino il più illustre degli astronomi usi abitualmente, parlando con gli
amici, i verbi “tramontare” e “sorgere”. E il fatto che sia la terra a girare
intorno al sole è ormai anch’esso pa-trimonio indiscusso del senso comune.
Il senso comune è il nostro abituale rapporto col mondo, anzi è il nostro
mondo. È il comune sentire le cose così come ci appaiono in prima istanza, già
comprese in un ambito mentale e culturale che ce le fa percepire e comprendere
proprio così. Il sole gira intorno alla terra. Lo vediamo fare così. È lui a
muoversi nel cielo. Siamo abituati al nostro punto di vista. Per questo è tanto
difficile pensare che siamo noi a muoverci, e che invece il sole se ne sta
fermo nel cielo... quando poi, studiando per bene le cose, non è neppure così,
perché anche il sole si muove a modo suo. Ma il movimento che vediamo nel cielo
è dovuto alla reale rotazione della terra: il sole non tramonta o sorge
attivamente, perché è la terra che ruotando lo fa apparire da una parte e
scomparire dall’altra.
Il senso comune, scriveva per esempio K.Popper, ha un’istintiva tendenza al
ragionamento causale e deterministico: ogni evento è causato da un evento che
lo precede. È questa la forma “naturale” che nasce nei bambini, in tutti i
bambini, quando verso i tre anni attraversano la fase dei “perché?”. La
risposta a un perché è sempre una spiegazione. Per il senso comune la
spiegazione è inevitabilmente un ragionamento causale. E lo è anche nell’ambito
del sillogismo elementare, quello della forma “se... allora”. Il se rappresenta
la causa dell’allora, che ne è la diretta conseguenza: se non cerchi, allora
non trovi. O ancora: X è stato premiato perché ha fatto una bella prova.
Lo Svantaggio
Lo svantaggio è qualsiasi condizione strutturale che genera disparità
nell’accesso alle risorse per cui alcuni nella società hanno più
opportunità di altri o più probabilità di realizzarsi nella vita.
Tecniche Di Osservazione
Esistono diversi metodi di osservazione dei soggetti i principali
sono:
OSSERVAZIONE NATURALISTICA : i soggetti vengono osservati nei loro luoghi
di vita quotidiana (casa, scuola, luogo di lavoro etc.) l’osservatore deve
misurare solo ciò che gli interessa e senza pregiudizi.
OSSERVAZIONE STRUTTURALE : avviene in ambienti specifici per esempio
laboratori di ricerca. Si possono osservare comportamenti rari e socialmente
indesiderabili, i soggetti però possono sentirsi sotto esame e dunque
trattenersi nei comportamenti.
OSSERVAZIONE PSICO-FISIOLOGICA : vengono rilevate caratteristiche
fisiologiche. E’ utile per valutare operazioni mentali in soggetti incapaci di
verbalizzare.
Teorie del gioco
Le prime teorie sono ispirate alle CONCEZIONI RESIDUALI del gioco. Herbert
Spencer il filosofo positivista e evoluzionista inglese espose la sua teoria
secondo la quale l’uomo quanto l’animale ha delle energie in eccesso che
vengono utilizzate nell’attività ludica, Un'altra concezione residuale del
gioco è la “teoria della ricapitolazione” proposta da Stanley Hall. Egli
sostiene che la storia evolutiva del bambino ripeta in breve la storia
evolutiva della specie, di conseguenza vede negli atteggiamenti ludici dei
bambini le caratteristiche delle fasi iniziali dell’evoluzione dell’uomo.
Dalle concezioni residuali si passa in seguito alle CONCEZIONI
DELL’ESERCIZIO, teorie che interpretano il gioco come un esercizio serio per
prepararsi alla vita per affrontarla al meglio. Questa teoria venne elaborata
da Karl Groos. La teoria di considerare il gioco come un addestramento alla
vita reale, era presente anche nella filosofia di Kant e nella pedagogia di
Frobel il quale sosteneva che il gioco sta al bambino, come il lavoro sta
all’uomo. Secondo Freud il gioco crea nel bambino un equilibrio emotivo in vari
modi:
• Ha funzione catartica in quanto permette al bambino di esprimere e soddisfare i desideri che la società non ammette;
• Ha funzione catartica in quanto permette al bambino di esprimere e soddisfare i desideri che la società non ammette;
• Grazie al gioco il bambino riesce a controllare l’ansia;
Secondo Piaget, quando gioca il bambino assimila la realtà agli schemi che
già possiede.
Bruner, psicologo dell’educazione, intuì come il gioco fosse un incentivo
alla creatività; egli sosteneva che il gioco fosse funzionale
all’apprendimento, poiché consente la libera sperimentazione di comportamenti,
e soluzione ai problemi, sviluppando così l’inventiva nel bambino.
Le Variabili
Una variabile è quindi una proprietà di cui sia stata data una definizione
operativa, in modo da trasformare una serie di situazioni reali (stati), in una
serie di dati analizzabili e confrontabili tra Loro.
Una variabile è una caratteristica che può mutare o essere diversa
nel tempo e nello spazio da un individuo, un gruppo, un oggetto un evento
a un altro. La variabile è un insieme di proprietà che si escludono a vicenda.
Possiamo distinguere le variabili in quantitative, qualitative, continue e
discontinue:
- le variabili QUANTITATIVE variano in grandezza;
- le variabili QUALITATIVE variano per genere;
- le variabili CONTINUE possono assumere un qualsivoglia valore in un insieme;
- le variabili DISCONTINUE hanno un numero di valori finito.
Bisogna dare un ulteriore classificazione tra variabili indipendenti e
variabili dipendenti. Le variabili indipendenti sono quelle variabili che lo
psicologo può manipolare a suo piacere, le variabili dipendenti, invece, sono
le risposte dei soggetti.
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