Ovide Dècroly, Maria Montessori, Eduard Claparède

Ovide Decroly è nato a Renaix, il 23 luglio 1871 e morto ad Uccle, presso Bruxelles, il 12 settembre 1952.
 Opere
L’initiation à l’activité intellectuelle et motrice par les jeux éducatifs, Delachaux Niestlé, Paris Neuchatel, 1922.
Decroly éducateur, E. Flayol, Paris, 1943.
Ovide Decroly e l’educazione nuova, Armando, Roma, 1965.
Vita
Trascorse un’infanzia felice nel suo ampio giardino, dove ebbe la possibilità di esercitare la sua immaginazione e di compiere degli esperimenti di botanica e zoologia. Entrato nella scuola, ne ricavò una serie di esperienze infauste, per l’insegnamento verbalistico e pedante. Dottore in medicina presso l’Università di Gand si specializzò nello studio di malattie mentali. Premiato in un concorso universitario (1896-97) si recò a Berlino, nel 1897, dove lavorò per sei mesi presso i professori Langerhans, Mendel e Jolly, e un anno a Parigi con Raymond, Jouffroy e Philippe.
Tornato a Bruxelles, ebbe da prima l’intenzione di svolgere la sua opera in un istituto per l’infanzia, ma essendogli stati proposti dei corsi alla nuova università, rimase qui a lavorare per un certo tempo, cominciando ad interessarsi dei problemi dell’infanzia anormale tanto che accolse alcuni bambini nella sua casa. A seguito di tale iniziativa e su proposta dei dottori Demoor e Hendrich, nel 1901, fondò l’”Istituto d’insegnamento speciale per i bambini anormali” che da prima scorse con mezzi modesti, e che divenne, successivamente, il primo del genere in Belgio. Con la moglie, che lo aiutò sempre validamente, si dedicò appassionatamente ai piccoli anormali e cominciò a tentare con successo nuovi sistemi: quello della funzione globale, del metodo ideo-visivo in lettura ed ideografico nella scrittura.
Nel 1904 fu nominato medico ispettore nella città di Bruxelles, vivendo così più da vicino alla vita delle scuole ed interessandosi del lavoro degli insegnanti. Questa sua passione per la vita scolastica indusse Decroly a compiere delle esperienze da considerare tuttora geniali. Così ricollegandosi ad interessi infantili, egli riuscì a far leggere in poco più di sei mesi ad un bambino sordo di appena due anni. Questo straordinario risultato suscitò grandissima meraviglia e grande entusiasmo in molti studiosi di problemi infantili che tentarono di applicarlo. Così fece, e con successo, anche il Claparède con sua figlia Eliane.
Questo successo fu una delle ragioni che spinsero poi Decroly con il più vivo fervore dei suoi colleghi, a fondare nel 1907 una scuola Decroly per anormali, più comunemente conosciuta come Ecole de l’Ermitage dalla località dove sorgeva, che accoglieva alunni dai tre ai 18 anni. Da allora la sua intensa attività si esplicò nella scuola e nell'istituto, oltre che all’Università di Brucelle dove ricoprì l’incarico di professore in psicologia. Decroly svolse altre attività, tutte collegate ai problemi psicopedagogici. Così fu uno degli animatori della Società di pedotecnica (fondata nel 1905), uno dei professori della Scuola Normale e del Seminario Buls-Tempels (Istituto superiore di pedagogia) in cui insegnò dal 1914, e docente nei Corsi provinciali d’insegnamento speciale e tecnico.
Fra le altre attività, fu anche ispettore per il Belgio delle Case di rieducazione dei minori delinquenti; ispettore del servizio d’insegnamento speciale delle scuole di Bruxelles; capo della sezione di psicologia dell’Istituto di orientamento professionale; capo servizio al Policlinico di Bruxelles; presidente al centro degli orfani (fondato durante la guerra 1914-18); membro (più spesso membro fondatore) di varie istituzioni ufficiali belghe come la Scuola pratica di agricoltura di Waterloo, l’istituto degli storpi, la Fondazione per i superdotati, l’Istituto dei sordomuti.  I suoi viaggi furono dettati da esigenze di congressi internazionali e per far conoscere le sue idee, ma i più importanti furono quelli compiuti negli Stati Uniti nel 1922 e in Colombia nel 1926, dove le sue idee furono accolte con molto entusiasmo.
Pensiero
Fu uomo di scienza formatosi verso la fine del XIX secolo. Il suo pensiero era in armonia con le grandi correnti della filosofia scientifica dell’epoca. Aderì alle idee evoluzioniste in biologia, ma in più, applicò la teoria biogenetica all’azione educativa. Come dire che ogni essere cresce ripetendo quelle che sono state le evoluzioni nella storia dell’uomo. Si sentiva molto vicino pure alla filosofia e alla psicologia di Dewey. S’interessò alla psicologia genetica, dalla quale derivò due principi della sua attività pedagogica: l’educatore deve evitare di sconvolgere il corso naturale dell’evoluzione del bambino, e lo sviluppo dello stesso é il risultato della sua crescita biologica combinata alla sperimentazione attiva dell’ambiente. Altra sua convinzione fu quella del bambino come essere sociale. La scuola, quindi, doveva favorire lo sviluppo di tale caratteristica.
Alcuni punti importanti della sua pedagogia
La scuola deve mirare essenzialmente ad educare, prima che ad istruire. Ciò che importa é di far vivere il bambino, di farlo diventare un uomo.
La scuola deve essere situata il più vicino possibile alla natura. È lì che si trovano le migliori condizioni per il buono sviluppo del bambino.
Una grande importanza é data all’educazione fisica, che Decroly chiamava “ginnastica naturale”, i cui movimenti richiamano quelli della vita corrente.
L’educazione intellettuale deve essere ispirata a quelle che sono le attività del bambino. Il maestro é più un consigliere al quale il bambino si rivolge in caso di difficoltà che un insegnante da ascoltare passivamente. Decroly fu tra i primi a sostituire i banchi con dei tavoli individuali.
Anche se permetteva una grande autonomia agli allievi, Decroly orientava lo sforzo delle classi applicando un sistema di centri d’interesse. Sia il bambino sia l’adulto hanno dei bisogni fondamentali che ne dirigono la psicologia. Questi sono: nutrirsi, proteggersi dalle intemperie, difendersi dai pericoli, lavorare, riprodursi, adattarsi, lottare, ricrearsi.
Per Decroly, integrazione sociale e sviluppo morale sono strettamente collegate. La classe e la scuola sono un microcosmo di democrazia, dove in vista dello sviluppo della buona volontà e del senso sociale, diverse attività sono sviluppate. Fino ai sei - otto anni il clima della scuola mira ad eliminare i comportamenti egocentrici. In seguito vengono sviluppate attività corrispondenti a quelle di una vera democrazia: comitati, responsabilità, club.
Le famiglie sono costantemente sollecitate dalla scuola. Genitori volontari sono investiti di compiti in seno alla scuola e al sostegno dei ragazzi in attività parascolastiche.
Influenze
- Dewey per le idee filosofiche e psicologiche
- Rousseau
- Evoluzionismo biologico
- Teorie biogenetiche
 Dalla sua morte le sue idee sono rimaste a fondamento della scuola l’Ermitage, à Ixelles, in Belgio. Questa scuola fu da lui stesso fondata nel 1907.
  Glossario
Centri d’interesse
Su questi si orienta lo sforzo delle classi. Corrispondono ai bisogni fondamentali dell’esistenza del bambino prima, e dell’adulto poi. Questi sono: nutrirsi, proteggersi dalle intemperie, difendersi dai pericoli, lavorare, riprodursi, adattarsi, lottare, ricrearsi.
Osservazione
Associazione, espressione: lo sviluppo psicologico di una materia si sviluppa in tre momenti. Osservazione: é la fase del contatto diretto con gli esseri ed i fenomeni. Associazione: integrazione dei fatti osservati in seno a ciò che gia é posseduto. Espressione: espressioni simboliche, linguaggio, canto, scrittura, disegno, costruzioni.
Metodo globale
E’ un metodo d’apprendimento della lettura. Questo comprende due funzioni principali: percezione visiva e comprensione del testo.
Unità naturali
Questa espressione si riferisce alla maniera di misurare e comparare del bambino, prima che impari il sistema metrico. Ad esempio utilizza tazze e bottiglie per tutte le quantità, dimensioni corporali per le lunghezze, frutta per i pesi. La necessità di essere sempre più preciso lo spinge pian piano all’uso del sistema metrico.



MARIA MONTESSORI
Maria Montessori

Citazione


“Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione,
è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
 Bibliografia
Corso di pedagogia scientifica, Città di Castello (I), Società Tip. Cooperativa, 1909
Metodo della pedagogia scientifica applicata all’educazione infantile, Città di Castello (I), ed. Lapi, 1909
Antropologia pedagogica, Milano, ed. Vallardi 1910
Il metodo Montessori, Milano, ed. Garzanti, 1912
L’autoeducazione nella scuola elementare, Roma, ed. Loescher 1916
Il metodo Montessori avanzato, Milano, ed. Garzanti 1917
Manuale di pedagogia scientifica, Napoli, ed. Morano, 1921
Il segreto dell’infanzia, Milano, ed. Garzanti, 1939
La formazione dell’uomo, Milano, ed. Garzanti, 1949
La mente del bambino, Milano, ed. Garzanti, 1952
I bambini viventi nella Chiesa, Milano, ed. Garzanti, 1922
La vita in Cristo, Milano, ed. Garzanti, 1931
La Santa Messa spiegata ai bambini, Milano, ed. Garzanti, 1932
Il bambino in famiglia, Milano, ed. Garzanti, 1936
Educazione per un mondo nuovo, Milano, ed. Garzanti, 1970
Dall’infanzia all’adolescenza, Milano, ed. Garzanti, 1949
Educazione e pace, Milano, ed. Garzanti, 1949
La scoperta del bambino, Milano, ed. Garzanti, 1950
Storia della pedagogia, ed. Laterza, 1997
Itinerari pedagogici del Novecento, R. Tassi, ed. Zanichelli
 Vita
 Maria Montessori è nata a Chiaravalle, Provincia di Ancona (Italia) il 31 agosto 1870 ed è morta a Noordwijk (Olanda, vicino al mare del Nord) il 6 maggio 1952. Nasce in una famiglia di alta borghesia e trascorre la sua infanzia ed adolescenza a Roma. Nella capitale decide di intraprendere gli studi scientifici per diventare ingegnere, ma questa strada era preclusa alle donne, le fu concesso di iscriversi alla facoltà di medicina e chirurgia grazie al suo spirito femminista e anticonformista. Si laureò nel 1896 con una tesi in psichiatria: fu la prima donna italiana a conseguire la laurea in medicina.  Intorno al 1900 dopo esser stata nominata assistente, comincia un lavoro di ricerca presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma dove, oltre agli adulti malati di mente, trova dei bambini frenastenici. Questi bambini erano rinchiusi e trattati alla pari degli altri in uno stato di grave abbandono affettivo. Interessata vivamente ai problemi di carattere pedagogico e impiegando la sua energia e generosità,  decide di approfondire gli studi nell’ambito delle scienze educative. Si laurea in filosofia, frequenta dei corsi di psicologia e pedagogia ed elabora un progetto sperimentale per promuovere l’educazione dei bambini anormali ispirandosi al modello “rousseauniano” ed ottenendo con l’aiuto di materiali adatti, risultati inaspettati. Con decisione si batte per i diritti dei bambini nei congressi di quegli anni e al tempo stesso comincia a studiare i fanciulli normodotati. Dall’8 al 15 settembre 1898 tiene il primo congresso a Torino sulla nuova cultura dell’handicap, “Il bambino ritrovato”. Il suo metodo educativo ottiene notevoli risultati e dimostra che gli strumenti della pedagogia speciale possono insegnare alla pedagogia normale. Diventa direttrice della Scuola Magistrale Ortofrenica, docente universitaria di igiene e antropologia e grazie ai successi riportati, prosegue le sue esperienze di metodologia educativa nel mondo dei bambini normali. Nel 1907, più precisamente il 6 gennaio, nel povero quartiere di San Lorenzo, aprì la prima Casa dei bambini, per bambini dai 3 ai 6 anni, dove applica i suoi principi sull’educazione del fanciullo normale. Per la prima volta, dopo l’apertura di questa Casa, vede la realtà del bambino che non trovandosi più mortificato e oppresso, presenta “caratteri psichici insospettati”. In molti accorsero a vedere bambini operosi e felici che non hanno bisogno di premi e di castighi per crescere; questa è una tappa importante nella storia del rinnovamento scolastico in senso autoeducativo e attivistico. Da allora le “Case dei bambini” si moltiplicano ed hanno subito un’enorme risonanza grazie a quello che rivelano: mutamenti positivi nel comportamento individuale, insospettato rispetto per gli altri e per le cose. Nel 1908 viene aperta la prima Casa dei bambini a Milano.  La creazione della prima Casa dei bambini e la pubblicazione de “Il metodo della pedagogia scientifica” (1909), che in pochi anni viene tradotto in molte lingue, sono due eventi fondamentali dai quali prende origine la Società Amici del Metodo Montessori, movimento nel mondo fondato a Napoli nel 1918. Nel 1913 tiene in Umbria il primo corso per insegnanti, i corsi successivi diventano ben presto internazionali e contribuiscono a diffondere il suo lavoro e l’idea. L’entusiasmo era generale, ovunque grazie all’ambiente preparato e agli oggetti interessati, si ripeteva il miracolo della concentrazione, della quiete individuale, del livello assai elevato di socializzazione e di scambio. Come conseguenza di questo successo, viene invitata in numerosi Paesi, riconosciuta come colei che ha “liberato” il bambino, il suo metodo ha successo soprattutto all’estero. In America, Belgio, Spagna, Olanda, … un po’ ovunque si aprono scuole e corsi e si traducono i suoi libri. Nel 1924 viene fondata a Roma l’Opera Nazionale Montessori, che oltre a diffondere la conoscenza del metodo educativo, svolge attività di studio e ricerca. Legata a quest’opera, c’è il mensile “Vita dell’Infanzia” (prima si chiamava “Risveglio educativo”), che riporta attività e iniziative ed tuttora uno strumento al servizio degli insegnanti per migliorare la qualità del lavoro educativo. Il primo decennio del Fascismo è stato anche quello della pubblicazione delle più note opere di pedagogia religiosa (vedi bibliografia). Nel 1935 Hitler e Mussolini fanno chiudere le “Case dei bambini”. Nel clima accesso che ha preceduto la seconda Guerra Mondiale, decide di stabilirsi in un primo tempo in Spagna, dove nel 1936 dovrà fuggire e si rifugerà in Inghilterra e in seguito in Olanda ad Amsterdam. Da quest’ultima località continuerà la sua azione di ambasciatrice dl bambino “maestro di pace”. Allo scoppio della guerra si trova in India a tenere un corso, il primo in Asia. Resterà in India fino alla fine del conflitto. Viene fatta prigioniera, assieme a suo figlio dagli Inglesi, ma malgrado ciò, le è consentito continuare a lavorare ed insegnare. In India avrà l’opportunità di verificare ancora una volta che la realtà del bambino non conosce confini e differenze di nazionalità e fonderà una società internazionale. Alla fine del conflitto, torna in Europa dove viene accolta con onore ovunque. In Italia viene accolta solennemente in Parlamento. Essendo una donna che non ama l’esteriorità delle cose, dice con una punta di ironia che lei indica il bambino, la sua ricchezza interiore ma le persone non lo vedono, loro preferiscono guardare il dito di lei che indica, ammirarlo e dire che è bello. Nel 1950 riceve il premio Nobel per la Pace.  E’ stata una donna vivace e di semplici modi, ben consapevole della portata rivoluzionaria della sua opera instancabile nel diffondere, incontrare, insegnare con quel modo vivo e penetrante. La sua genialità è stata proprio nel cogliere e nel valorizzare ciò che da sempre è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vede.
Metodo
Il metodo messo a punto da Maria Montessori sottolinea l’importanza dello sviluppo delle capacità di iniziativa e della fiducia in sé, dando la possibilità al bambino di seguire i propri interessi entro certi limiti disciplinari definiti. Questi interessi vengono stimolati nel bambino con un’ampia gamma di materiali di crescente complessità. Quando il bambino ha acquisito un certo livello di competenza, è compito dell’insegnante guidarlo alle conoscenze del livello successivo, in modo da prevenire gli errori e l’acquisizione di abitudini scorrette. Dopo di che, il bambino è libero di apprendere da solo. E’ dimostrato che il metodo Montessori permette di imparare a leggere e a scrivere con più facilità e più velocemente.
Gli obiettivi del metodo sono tre: Attivare il bambino costruendogli un ambiente su misura, individualizzare l’attività del bambino utilizzando un materiale analitico che regoli l’acquisizione graduale di abilità senso-motorie e infine, socializzare il bambino impegnandolo in attività di cooperazione relative alla cura della casa.  Nel metodo va sottolineato l’importante sviluppo dell’autoeducazione e dell’individuazione dell’insegnamento. Nella Casa dei bambini, il bambino ha la facoltà di muoversi, scegliere l’attività e l’occupazione preferita e di effettuare spontaneamente delle esperienze individuali, con l’uso di materiali didattici (sensoriali e motori, con riferimenti anche all’attività intellettuale vera e propria, liberamente scelti da lui, ma con funzione rigida e prestabilita) e nelle suggestioni dell’ambiente (costruito su misura per lui).
Realizzando questa atmosfera di libertà operosa, il metodo montessoriano ha mirato a promuovere, attraverso l’educazione innanzitutto sensoriale, il profondo sviluppo del bambino. In questo contesto, l’educatore si qualifica come un osservatore scientifico, esperto del mondo psichico infantile, che non interviene direttamente sul bambino, ma si limita a predisporre (nonché mediare e controllare) il materiale e l’ambiente adatto.
Influenze
Maria Montessori è stata influenzata sicuramente dal contesto socio-politico in cui ha vissuto, le guerre mondiali. E’ stata anche influenzata da Jean-Jacques Rousseau. Lei dichiarava apertamente di essere l’erede di Itard e Séguin poiché furono i primi ad associare alla ricerca pedagogica degli obiettivi educativi, aventi lo scopo di migliorare lo sviluppo del soggetto.



 Eduard Claparède

Eduard Claparède“Tuttora l’istituto da lui fondato nel 1912 (Istituto di Scienze dell’educazione J. J. Rousseau a Ginevra) svolge una funzione d’avanguardia nella ricerca pedagogica e nella preparazione degli insegnamenti”

 Opere
  •  Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale (1905)
  • C/E Giunti - G. Barbèra Universitaria 1968
  • La scuola su misura (1920)
  • La Nuova Italia, Firenze, 1972.
  • L’educazione funzionale (1931)
Vita
Eduard Claparède nasce a Ginevra il 24 marzo 1873 e muore il 29 settembre 1940. Figlio di un pastore protestante (appassionato in particolare alla storia del protestantesimo); cresce in una famiglia protestante la quale influenzerà sostanzialmente il suo pensiero. Claparède ha un fratello intellettuale ed uno filantropo (appartenente al mondo operaio ginevrino). Claparède ebbe al suo attivo studi in scienze (Facoltà di Scienze di Lipsia nella quale frequentò un laboratorio di psicologia), neurologia e psicologia (Ginevra).
Egli fondò nel 1912 in collaborazione con altri due psicopedagogisti (Bovet, Ferriere) l’Istituto di Scienze dell’Educazione Jean Jaques Rousseau, specializzato in ricerche di psicologia dell’età evolutiva (dedicato al suo concittadino J.J. Rousseau). L’Istituto nacque per assicurare agli insegnanti la preparazione scientifica necessaria, al fine di poter praticare proficuamente la sperimentazione in campo educativo. Dal 1915 insegnò psicologia sperimentale all’Università di Ginevra, concentrando i suoi interessi sulla psicologia applicata all’educazione.  
Pensiero
Una costante della concezione pedagogica di Claparède è il continuo richiamo scientifico e sperimentale alla ricerca psicologica e didattica. Egli era convinto che la positività di una azione educativa e didattica dipendesse dalla preparazione psicologica e dallo spirito scientifico degli educatori. Secondo Claparède va combattuta e superata la didattica delle scuole fondate essenzialmente su opinioni filosofiche ed etiche, dando agli insegnanti i metodi idonei per organizzare ed analizzare le esperienze, i fatti, i fenomeni e per attuare un insegnamento sperimentale individualizzato. Il suo metodo proposto per risolvere i problemi che si presentano all’educatore propone uno studio approfondito dei fatti attraverso:
  • Metodi di indagine o di ricerca.
  • Metodi di misurazione o quantificazione.
  • Metodi di interpretazione
I metodi di indagine o ricerca si dividono principalmente in due gruppi: generali e speciali. 
Nei generali troviamo:
  • L’introspezione, cioè la descrizione da parte dei fanciulli dei fatti coscienza.
  • L’estrospezione, cioè l’analisi del comportamento e della produzione operativa del fanciullo.
  • L’osservazione e sperimentazione, può essere condotta all’insaputa del fanciullo.
  • Ricerca di laboratorio personale su singoli o gruppi.
  • Metodo genetico, osservazione dello sviluppo psichico del fanciullo.
  • Metodo patologico, osservazione della devianza.
  • Metodo comparativo, che si avvale della scienza statistica.
  • Metodi tecnici psicometrici, metodi di misurazione dell’intelligenza.
  • Analisi e sintesi, studio dei fattori che compongono la situazione complessa 
Nei metodi speciali troviamo:
  • profili psicologici
  • tavole di centillaggio
  • psicodrammi 
Secondo Claparède la misura è lo strumento essenziale della ricerca scientifica. Solo misurando due fenomeni in circostanze diverse, si può stabilire se esiste una certa relazione tra essi. La psicologia è la scienza che opera misurazioni, ci?o non tanto per il piacere di misurare ma piuttosto per analizzare.
I metodi di interpretazione proposti da Claparède si riferiscono ai processi psichici infantili, egli puntualizza alcuni aspetti della concezione funzionale della vita psichica. L’insegnante nel momento di interpretare il comportamento e l’attività dei fanciulli, deve tenere presente che esiste una differenza strutturale tra questo e l’adulto. Per suscitare nel ragazzo il bisogno della scuola, Claparède si avvale del bisogno di giocare che sfrutta come mediatore tra la vita dello scolaro ed il programma scolastico. L’obiettivo era quello di realizzare una scuola di vita nella quale si formavano attitudini sociali e comportamenti positivi di reciprocità Egli teorizzava che la scuola doveva assomigliare ad un laboratorio scientifico dove ognuno è impegnato a produrre la sua ricerca secondo un interesse collettivo ed uno di spirito di cooperazione. 
Le tappe fondamentali del processo educativo della Scuola Attiva sono:
  1. Il risvegliarsi di un bisogno, interesse, desiderio; ponendo lo scolaro nella situazione adatta a suscitare questo bisogno
  2. Sviluppo dell’azione; con attività atte a soddisfare il bisogno del fanciullo
  3. Apprendimento di conoscenze; attraverso il controllo dell’azione stessa, per condurla al fine che l’insegnante si era preposto
La scuola deve ispirarsi, secondo Claparède, ad una concezione funzionale dell’educazione e dell’insegnamento. Il fondamento dell’educazione funzionale prevede il fanciullo come centro dei programmi, dei metodi scolastici, quindi funzionale perchè in funzione dell’allievo, il più possibile individualizzata ma non individuale. Alla base dell’educazione deve esserci non il timore del castigo o il desiderio della ricompensa, ma l’interesse. L’educazione deve tendere a sviluppare funzioni intellettive  e morali, più che  a riempire le menti di cognizioni che rimangono morte senza riferimento alla vita: quindi la scuola deve essere un laboratorio più che un uditorio. L’insegnante non deve essere un onnisciente incaricato di riempire le menti di cognizioni ma deve il più possibile stimolare gli interessi ed adeguarsi alla personalità, ai bisogni, alle esigenze dell’allievo. Ciò implica la formazione soprattutto psicologica degli insegnanti di tutti i gradi scolastici. È necessario che la scuola tenga conto delle attitudini individuali; per questo accanto ad un programma comune ed obbligatorio per tutti con materie indispensabili, gli alunni devono scegliere un certo numero di materie che potranno approfondire mossi dal loro interesse. Infine un altro punto caratterizzante la concezione funzionale di Claparède è che era necessaria una revisione profonda del sistema di esami e della valutazione, quest’ultima deve essere fatta sulla base dei lavori individuali eseguiti durante l’anno scolastico.
La scuola su misura secondo Claparède deve soddisfare le esigenze del soggetto educando, attraverso processi apprenditivi talvolta anche individualizzati. Mentre nella scuola tradizionale gli studenti sono obbligati a seguire le stesse lezioni, gli stessi programmi materie e metodi d’insegnamento; nella scuola ideale o su misura, l’alunno può liberamente scegliere una serie di attività predisposte dall’insegnante, che stimolino il suo sviluppo intellettuale, sociale, morale, promovendo appieno la sua personalità (giusto uso della libertà). 
Claparède propone una alternativa al sistema scolastico tradizionale fondata su quattro diversi modelli di organizzazione:
  1. Le classi parallele ed omogenee: quando il numero degli alunni lo permette, si suddivide la classe in allievi brillanti e allievi lenti nell’apprendimento.
  2. Le classi mobili o senza classi: permette di far seguire all’allievo lezioni di grado diversi, secondo le sue abilità nella specifica materia.
  3. Le sezioni parallele: permette di scegliere l’indirizzo in base alla capacità individuale.
  4. Il sistema delle opzioni: quello che risponde al massimo alla scuola su misura, sarà quello che permetterà ad ogni alunno di raggruppare, il più liberamente possibile, gli elementi favorevoli allo sviluppo delle sue attitudini speciali. Esso è applicabile soprattutto agli istituti superioni ed è basato sulla diminuzione delle ore settimanali (massimo 20 ore). La metà delle ore da destinare a materie comuni a tutti, l’altra a scelta dell’alunno con esercitazioni, e studi speciali.
L’immagine di scuola che ne esce, ha le tipiche caratteristiche di un “prodotto di laboratorio”, difficilmente applicabile anche al sistema scolastico del tempo, alla vita sociale ed al progetto educativo. Nonostante il grande impegno assunto da Claparède, quello che ci resta non è la proposta pedagogica concreta, ma l’abito mentale scientifico che deve accompagnare l’educatore della formazione. 
Influenze
Si rileva l’influenza che ebbe la confessione religiosa protestante sul pensiero di Claparède, in particolare la rettitudine morale come colei che dona senso alla vita. La sua psicologia s’ispira a una concezione biologica evoluzionistica (Darwinismo). La sua concezione biologica dell’uomo lo porta a focalizzare quello che sono i bisogni, gli istinti, l’interessi umani, attribuendo loro un punto di partenza per l’evoluzione dell’individuo. Claparède fu psicologo e pedagogista sperimentale, egli faceva capo alla Scuola Attiva, una corrente innovativa sulla ricerca nei metodi, nella didattica, avvalendosi della sperimentazione scientifica rivolgendosi a ceti sociali più vasti.
Tra i numerosi studiosi allievi di Claparède ritroviamo Jean Piaget. In seguito, Piaget gli successe nella direzione dell’Istituto delle Scienze e dell’Educazione dell’Università di Ginevra. 
Glossario 
Educazione funzionale
Nella pedagogia di Claparède, la stessa attività pedagogica deve essere funzionale al raggiungimento di un equilibrio tra le attitudini dell’educando e le esigenze, nonché i condizionamenti dell’ambiente
Scuola
 laboratorio
Secondo Claparède, l’educazione deve tendere a sviluppare funzioni intellettive e morali, più che a riempire le menti di cognizioni che rimangono morte senza riferimento alla vita: quindi la scuola deve essere un laboratorio più che un uditorio

Le cose che tutti devono sapere
Claparède fondò l’istituto J. J. Rousseau a Ginevra, il quale svolge ancora oggi una funzione d’avanguardia nella ricerca pedagogica e nella preparazione degli insegnamenti.
La proposta pedagogica di Claparède ha influenzato in modo rilevante il movimento di rinnovamento scolastico che si richiama ai metodi attivi (a cavallo tra il XXI e XX sec.).
Secondo la dottrina di Claparède, nel bimbo deve essere stimolato l’interesse per le cose (come il gioco, in lui innato), si tratta di sfruttare questo interesse in modo funzionale agli scopi d’apprendimento che si sono prefissi.

1 commento:

  1. Sono un blogger di scienze naturali e matematica. Vivo, studio e lavoro per la scuola. Sto studiando psicologia e pedagogia. Grazie tante per tuo contributo !

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