A
- Adolescenza, Alienazione, Anomia
C - Casta, Classe, Comunicazione non verbale, Conformismo, Crescita Demografica
D - Democrazia, Devianza, Differenza tra scienze naturali e scienze sociali, Disoccupazione
E - Etnocentrismo, Evoluzione
G - Gruppo Sociale
I - Inchiesta
L - Lavoro, Leadership
M - Minoranze, Mobilità sociale
P - Povertà, Pregiudizio
R- Relativismo culturale
S- Secolarizzazione, Selezione, Socializzazione
C - Casta, Classe, Comunicazione non verbale, Conformismo, Crescita Demografica
D - Democrazia, Devianza, Differenza tra scienze naturali e scienze sociali, Disoccupazione
E - Etnocentrismo, Evoluzione
G - Gruppo Sociale
I - Inchiesta
L - Lavoro, Leadership
M - Minoranze, Mobilità sociale
P - Povertà, Pregiudizio
R- Relativismo culturale
S- Secolarizzazione, Selezione, Socializzazione
Adolescenza
L’adolescenza è una fase di
trasformazione e di passaggio che inizia con la pubertà concludendosi con
l’ingesso nel mondo adulto e con l’assunzione di un ruolo sociale autonomo. Se
l’inizio dell’adolescenza è marcato da un cambiamento fisico, il termine dipende
da fattori psicologici e sociali. La società considera una persona adulta quando
essa si prende la responsabilità delle proprie azioni e fa cose tipiche da
adulto. Le date convenzionali che determinano la fine dell’adolescenza sono
fissate tra i 18 e 21 anni.
In alcune società, chiamate statiche o primitive,
non esiste l’adolescenza ma solo la pubertà. Queste società considerano adulti
coloro che hanno raggiunto la capacità di riprodursi. Tale passaggio viene di
solito sancito con un rito che consiste in una prova di coraggio o di resistenza
il cui superamento rappresenta la maturità. Una volta compiuto tale passaggio il
neo-adulto comincia da subito a vivere come tale: si sposa, lavora e si crea una
famiglia.
Le società dinamiche o complesse, al contrario,
non permettono di diventare adulti in modo così semplice. Esse hanno “creato”
l’adolescenza poiché sostengono si diventi adulti per gradi dopo un lungo
processo di formazione. Essa dunque non è solo una fase evolutiva ma una
costruzione psico-sociale in cui imparare ad essere adulti.
Alienazione
Il termine fa riferimento a
colui straniero non appartenente alla nostra comunità, in pratica non è dei
nostri e ci è estraneo. L’alienazione fa riferimento all’atto
dell’allontanamento, quindi prendere distanza da qualcuno o qualcosa. La
terminologia legata a questa parola viene usata anche per indicare i folli,
alienati mentali o chi vive ai margini della società e della comunità umana.
Infine il termine viene utilizzato per indicare il disagio dell’uomo della
moderna civiltà industriale. Tra i filosofi il primo a parlare di alienazione fu
Rousseau, successivamente il concetto di alienazione occupa un posto rilevante
alla filosofia di Hegel, Marx e Marcuse.
Anomia
Il concetto di anomia significa
letteralmente "assenza o mancanza di norme". Come è noto, le norme sono
necessarie e funzionali alla regolazione del comportamento sociale di individui
o collettività (gruppi, organizzazioni, istituzioni).
Secondo il pensiero del sociologo francese Émile
Durkheim, l'anomia è uno stato di dissonanza cognitiva tra le aspettative
normative e la realtà vissuta. Può essere di due tipi:
- acuta: segue di solito ad un improvviso cambiamento, come la morte di un parente
- cronica: dovuta ad un continuo mutamento sociale, proprio di una moderna società industriale.
Il concetto di anomia è centrale nelle analisi di
Durkheim, soprattutto per quanto riguarda i suoi studi sul suicidio. Durkheim,
tende a definire uno stato oggettivo di carenza normativa, piuttosto che uno
stato soggettivo. Ne deriva un concetto di anomia come mancanza di norme
sociali, di regole atte a mantenere, entro certi limiti appropriati, il
comportamento dell'individuo. Inoltre poiché per Durkheim le regole morali
vengono sempre codificate in leggi, l'anomia non si configura solo come mancanza
di norme sociali, ma soprattutto come mancanza di regolazione
morale.
Per Talcott Parsons, l'anomia non è altro che
l'antitesi di una completa istituzionalizzazione, vale a dire il crollo
completo di un ordine normativo.
Secondo il sociologo funzionalista Robert K.
Merton il termine anomia, derivato da Émile Durkheim, assume un significato
nuovo: uno scompenso, anche per la presenza di ostacoli, tra scopi esistenziali
messi a disposizione dalla cultura sociale e mezzi legittimi per raggiungerli.
Lo studio di Merton sull'anomia ha avuto anche importanti ricadute con riguardo
alle devianze in criminologia.
Casta
Il termine casta viene usato per indicare i
gruppi sociali ritenuti, superiori o inferiori ad altri e che, per questo,
tendono a condurre una vita separata da questi ultimi.
Ogni casta è associata ad una professione.
L’appartenenza è determinata dalla nascita e il
matrimonio è ammesso solo all’interno della stessa casta infatti la casta è un
gruppo endogamico. Il sistema delle caste è presente principalmente nelle
società dell’Africa australe o orientale, ma sono un’istituzione che
caratterizzano il subcontinente indiano.
Il termine è stato suddiviso in 4 varna, che
corrispondono alle 4 principali categorie della religione indù:
- SACERDOTI
- GUERRIERI
- COMMERCIANTI
- CONTADINI
Classe
La classe è una strutturazione
gerarchica della popolazione, raggruppata omogeneamente, sia dal punto di vista
economico che culturale.
Marx per classe intendeva: un insieme di
individui che hanno lo stesso rapporto con i mezzi di produzione.
In sociologia è attualmente però difficile
definire correttamente la classe; la definizione più adeguata è: un gruppo di
persone, che si trova in una posizione simile nell’ambito economico-governativo
viene definito classe.
Comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale è
quella parte della comunicazione che comprende tutti gli aspetti di uno scambio
comunicativo che non riguardano il livello puramente semantico del messaggio,
ossia il significato letterale delle parole che compongono il messaggio stesso,
ma che riguardano il linguaggio del corpo, ossia la comunicazione non parlata
tra persone.
La visione comune tende a considerare questo tipo
di comunicazione come universalmente comprensibile, al punto da poter
trascendere le barriere linguistiche. Secondo il professore e sociolinguista
inglese Michael Argyle in una comunicazione faccia a faccia utilizziamo
espressione facciale, contatto visivo o sguardo fisso, gesticolazione, postura,
tatto e comportamento spaziale o prossemica. Il linguaggio del corpo è in parte
innato, e in parte dipende dai processi di socializzazione. In effetti i
meccanismi dai quali scaturisce la comunicazione non verbale sono assai simili
in tutte le culture, ma ogni cultura tende a rielaborare in maniera differente i
messaggi non verbali. Ciò vuol dire che forme di comunicazione non verbale
perfettamente comprensibili per le persone appartenenti ad una determinata
cultura possono invece essere, per chi ha un altro retaggio culturale,
assolutamente incomprensibili o addirittura avere un significato opposto a
quello che si intendeva trasmettere. Secondo i linguisti più del 90% della
nostra comunicazione giornaliera è infatti non-verbale. È quindi un contributo
enorme al linguaggio verbale e, dal momento che la comunicazione è strettamente
ambivalente, possiamo facilmente comprendere quanto sia più grande il rischio di
non capire quando si è al telefono piuttosto che quando si parla faccia a
faccia.
Conformismo
Questo termine indica una tendenza a conformarsi
a opinioni, usi e comportamenti già definiti in precedenza e politicamente o
socialmente prevalenti.
In ambito sociale si definisce conformista colui
che, ignorando o sacrificando la propria libera espressione soggettiva, si
adegua e si adatta nel comportamento complessivo, sia di idee e di aspetto che
di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte
L'origine del conformismo risiede molto spesso
nella radice animale dell'essere umano che attinge le sue paure dalla solitudine
fuori dal branco. È una sorta di comportamento mimetico: l'individuo si nasconde
nell'ambiente sociale nel quale vive, assumendone i tratti più comuni, in
termini di modi di essere, di fare, di pensare.
L'atteggiamento opposto al conformismo viene
definito anticonformismo e consiste quindi in un rifiuto delle idee e dei
comportamenti prevalenti. Infatti, normalmente, le persone non conformiste hanno
già sviluppato un livello di coscienza diverso che permette loro di poter
sfidare i comportamenti comuni senza soffrirne.
Solitamente si hanno personalità non conformiste
negli artisti, negli scienziati, nei filosofi etc, quindi in tutti coloro che si
danno la possibilità di libera espressione di se stessi fuori dalla forma già
predefinita dall'ambito sociale e storico in cui vivono.
In psicologia sociale, accanto al concetto di
conformismo, vi è quello di obbedienza ; è attraverso la socializzazione che le
persone imparano a conformarsi a certe norme e a obbedire a certe figure di
autorità.
Crescita Demografica
La crescita demografica è l’incremento di una
popolazione per effetto della combinazione di nascite e di morti (che
determinano l’incremento naturale), e di immigrazioni ed emigrazioni
(che,insieme ai due precedenti fattori determinano l’incremento totale). La
crescita demografica assoluta è connessa all’ammontare della popolazione di
partenza; per valutare invece il ritmo di crescita è neccessario fare
riferimento a valori relativi, ovvero all’incremento in un arco di tempo in
proporzione al numero totale degli abitanti.
Democrazia
"Democrazia" è una parola di derivazione greca
che significa "potere del popolo". Il termine indica una forma di governo in cui
il popolo esercita la sua sovranità per mezzo delle persone e degli organi che
elegge a rappresentarlo potendo così realmente governare il paese. La
democrazia garantisce inoltre a ciascun cittadino uguali diritti nella
partecipazione all'esercizio del potere pubblico, ed implica un principio di
legittimità: il potere è legittimo soltanto quando deriva dal popolo e si fonda
sul suo consenso.
Norberto Bobbio afferma la democrazia si basi su
due essenziali principi: 1) che la partecipazione, diretta o indiretta, alla
vita politica, sia generale; 2) che la decisione sia assunta secondo il
principio di maggioranza, in seguito ad una libera discussione.
Propriamente, un sistema di governo integralmente
democratico non è mai esistito. Forse la democrazia praticata ad Atene nel IV
secolo a.C. si è avvicinata più di ogni altra alla realizzazione della
democrazia.
Dunque la democrazia greca fondata sulla
partecipazione è totalmente opposta alla democrazia dell'epoca moderna, la quale
si fonda sulla rappresentanza e quindi presuppone la delega del potere. Non è
quindi un sistema di autogoverno, ma un sistema di controllo del governo.
La democrazia, in senso letterale, è una forma di
governo impossibile per lo Stato moderno. Per quanto alcuni aspetti della
democrazia partecipativa conservino una certa rilevanza anche nelle società
moderne, la democrazia attualmente possibile è una democrazia rappresentativa,
nella quale gli elettori scelgono i rappresentanti che avranno il compito di
prendere le decisioni politiche.
Essendo però molti diritti espressi come forme di
libertà, si confonde il concetto di libertà con quello di democrazia. Il
risultato di questa fusione fra diritti del cittadino e democrazia è
semplicemente il fatto che ognuno include nel concetto di democrazia i diritti
che più gli stanno a cuore.
Il termine democrazia, quindi, nelle nostre
società descrive più che altro un ideale di partecipazione politica che lo Stato
dovrebbe favorire.
L'attuale frontiera della democrazia minima è in
grado di assicurare libertà politica, sicurezza personale e imparzialità della
giustizia. Mentre in alcuni Stati la "democrazia" implica un modo di vivere e di
pensare: è democrazia sociale, cioè massimizzazione dell'uguaglianza di status e
di opportunità, e implica la costruzione di strumenti che rendano reale, e non
soltanto formale, il diritto di partecipazione alle scelte politiche.
Devianza
Per devianza si intende comunemente ogni atto o
comportamento (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le
norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a una qualche forma
di sanzione. Per devianza si intendono quei comportamenti che non sono consoni
nella società.
Tuttavia bisogna tener conto del fatto che le
risposte della collettività a uno stesso atto variano nello spazio e nel tempo:
per questo motivo si parla di relatività dell'atto deviante rispetto a:
- contesto storico/politico/sociale;
- ambito geografico;
- situazione.
Differenza tra scienze naturali e scienze sociali
La differenza soprattutto per quanto riguarda il
metodo nello studio è stata definita da Max Weber alla fine dell '800. Le
scienze sociali, (dette anche scienze umane o studi sociali) sono un complesso
di discipline che hanno come oggetto di studio l'uomo come animale sociale di
cultura. Le scienze naturali "spiegano" un fenomeno che non è determinato dalla
volontà dei soggetti , comprendono lo studio degli aspetti fisici, chimici e
biologici della Terra, dell'Universo e delle varie forme di vita, uomo incluso .
Se ad esempio pensiamo alla pioggia sappiamo che non è l'acqua a decidere di
"cadere" questo è un esempio di fenomeni naturali, lo scopo dello studioso è
scoprire le "leggi" che sono alla base di questi fenomeni, l'uomo invece è in
grado di compiere "azioni", ovvero "movimenti" determinati dalla sua intenzione!
quindi lo scopo di un sociologo non è quello di scoprire delle "leggi" ma è
quello di capire il MOTIVO e il SENSO dell'azione.
Disoccupazione
La disoccupazione è la condizione di mancanza di
un lavoro, sia per la perdita di un lavoro che si svolgeva o per la ricerca
della prima occupazione. Il tasso di disoccupazione varia tra diversi gruppi di
popolazione. I lavoratori più giovani hanno un tasso di disoccupazione molto più
elevato dei lavoratori più anziani. Molti provvedimenti di politica economica
sono finalizzati a far diminuire il tasso di disoccupazione : gli uffici di
collocamento per supportare la ricerca di lavoro , politiche pubbliche di
riqualificazione professionale.
Etnocentrismo
L’etnocentrismo è la tendenza di giudicare le
altre culture ed interpretarle in base i criteri della propria proiettando su di
esse il nostro concetto di evoluzione, progresso ,sviluppo e di benessere. Tale
approccio si fonda sul confronto tra società moderne e società tradizionali
,alle quali spesso viene fornita un’immagine distorta. Nell’etnocentrismo è
implicita una sopravvalutazione della società cui si appartiene. Dunque
attribuisce al progresso e allo sviluppo un valore a cui nessuna società può
sottrarsi e il mutamento economico viene visto come un fenomeno inevitabile e
indolore.
Evoluzione
È un processo che rende più complesso e
articolato un sistema sociale, nel XVII secolo il pensatore sociologico moderno
Montesquieu credeva
di commettere evoluzione, civilizzazione
ambiente climatico e territoriale. Saint-Sinom e Comte approdano ad una
prospettiva legata allo sviluppo storico delle singole comunità, Comte elabora
una teoria sulla legge di tre stadi: teologico, metafisico e positivo, che
sarebbe stato percorso dalle comunità umane della loro evoluzione. Il sociologo
Spencer, teorico dell’evoluzione, sviluppa i principi dell’evoluzione biologica
emerge l’idea di un’ evoluzione sociale retta da regole simili a quelle
dell’evoluzione fisica e biologica che traspare in autunno come Morgan e Tylor ,
che descrivono stadi di sviluppo della comunità umana come prodotto di eventi ed
esperienze collettive maturate in fasi temporali, in qualche modo inscrivibili
definite linee di tendenza
Gruppo Sociale
In sociologia e psicologia sociale si definisce
gruppo un insieme di persone che interagiscono le une con le
altre, in modo ordinato, sulla base di aspettative condivise riguardanti il
rispettivo comportamento. È un insieme di persone i cui status e i cui ruoli
sono interrelati. Gli esseri umani sono portati a cooperare, competere,
analizzare, produrre idee, progettare e decidere in gruppo. I gruppi sono una
parte vitale della struttura sociale. I gruppi si formano e si trasformano
costantemente; non è necessario che siano autodefiniti e spesso sono definiti
dall'esterno. Nella nostra vita il gruppo costituisce una parte fondamentale:
siamo nati in un gruppo, cioè la famiglia, in classe impariamo in gruppo,
giochiamo in gruppo... Da quando l'uomo si trova sulla Terra, egli ha sempre
vissuto in gruppo. Con il gruppo noi possiamo soddisfare dei bisogni, siano essi
biologici o psicologici, che non possiamo soddisfare da soli. Quindi il gruppo
ha l'obiettivo di migliorare la sopravvivenza dell'individuo.
Inchiesta
L’inchiesta non analizza gli effetti procurati da
stimolazioni sperimentali sull’individuo, ma mira a ricostruire i processi
psicologici. Essa rende possibile la formulazione sia di un corretto disegno
sperimentale, sia di un piano di sondaggio con finalità non dimostrative.
Il metodo dell’inchiesta permette di rilevare
dati soprattutto circa opinioni, atteggiamenti, valori, ecc.; esso utilizza le
tecniche dell’intervista (standardizzata, semi-standardizzata o non
standardizzata) o del questionario per la registrazione del comportamento
verbale dei soggetti che formano il gruppo-campione della ricerca.
Lavoro
Il lavoro è un'attività produttiva esplicata con
l'esercizio di un mestiere, una professione e simili.
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa, traendone un vantaggio generalmente economico. Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore, e con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status (generalmente non voluto) di chi non ha lavoro.Il lavoratore ha generalmente una controparte, con la quale instaura un rapporto di lavoro:nel caso di lavoro subordinato è il datore di lavoro. Il rapporto è regolato da norme e contratti stipulati su base nazionale e secondo il settore di attività. nel caso di lavoro autonomo e libera professione è il cliente. Il rapporto è regolato da accordi di fornitura di beni o servizi.
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa, traendone un vantaggio generalmente economico. Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore, e con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status (generalmente non voluto) di chi non ha lavoro.Il lavoratore ha generalmente una controparte, con la quale instaura un rapporto di lavoro:nel caso di lavoro subordinato è il datore di lavoro. Il rapporto è regolato da norme e contratti stipulati su base nazionale e secondo il settore di attività. nel caso di lavoro autonomo e libera professione è il cliente. Il rapporto è regolato da accordi di fornitura di beni o servizi.
Leadership
Il leader è qualcuno che riesce ad influenzare il
comportamento degli altri. La leadersjip è sempre presente nei gruppi.
Esistono due tipi diversi di leadership nei
piccoli gruppi:
- la leadership di tipo strumentale è necessaria per organizzare il gruppo in vista del perseguimento dei suoi scopi. Un leader strumentale propone iniziative concrete e influenza i membri affinchè lo seguano.
- la leadership di tipo espressivo è necessaria per creare armonia e solidarietà tra i membri. Un leader espressivo si preoccupa di tenere alto il morale e di ridurre al minimo i conflitti.
Lo stile della leadership si distingue in tre
tipi:
- autoritario: da solamente ordini
- democratico: cerca di ottenere il consenso delle sue iniziative
- permissivo: si preoccupa poco di dirigere ed organizzare il gruppo
Minoranze
Si definisce minoranza un gruppo sociale che in
una data società non costituisce una realtà maggioritaria in riferimento a etnia
ovvero minoranza etnica, lingua ovvero minoranza linguistica, religione ovvero
minoranza religiosa, genere come età condizione psicofisica.
Mobilità sociale
Per mobilità sociale si intende il passaggio di
un individuo o di un gruppo da uno status sociale ad un altro, e la flessibilità
nella stratificazione di una società, il grado di difficoltà o facilità con cui
è possibile passare da uno status all’altro all’interno della stratificazione
sociale ovvero la pluralità dei gruppi sociali presenti in una società. Le
società a mobilità sociale più elevata sono perlopiù quelle industrializzate
grazie alla presenza della classe lavorativa medio-alta, all’ importanza dell’
istruzione come strumento di elevazione sociale, alla specializzazione che nel
lavoro è richiesta e che può essere raggiunta proprio con l’istruzione e alla
diffusione delle idee e dei valori di uguaglianza e pari opportunità. Mentre le
società a mobilità più basse sono nella maggior parte dei casi quelle con
un’economia agricola.
Multinazionale
In ambito economico una multinazionale è
un'impresa, di norma una società, che organizza la sua produzione in almeno due
paesi diversi. Le maggiori imprese multinazionali possono avere budget maggiori
di quelli delle economie dei paesi in via di sviluppo in cui operano; tali
imprese giocano un ruolo importante nei processi di globalizzazione e hanno una
forte influenza sulle relazioni internazionali degli stati coinvolti. Tuttavia
vanno considerate "multinazionali" anche le piccole e medie imprese dotate di un
impianto di produzione o di distribuzione all'estero (ad esempio un
calzaturificio del Nord Est con un impianto di produzione in Romania).
Povertà
La povertà è una condizione
caratterizzata da limitazioni che impediscono all’individuo di avere una vita
soddisfacente. La povertà si può dividere in povertà: estrema o assoluta e
relativa. La povertà assoluta è quando si ha una condizione dura di vita e
riguarda la mancanza dei beni di prima necessità come acqua, cibo, indumenti e
abitazioni. La povertà relativa si esprime con la difficoltà di poter usare i
beni e i servizi, si riferisce alle persone ed anche a delle zone geografiche in
rapporto del loro livello economico di vita, tale livello lo si può trovare
attraverso il reddito medio, ovvero una quantità di denaro che un cittadino può
disporre in media all’anno.
Pregiudizio
Il termine pregiudizio può assumere diversi
significati. Si presenta come una sorta di falsa conoscenza, una predisposizione
a giudicare, in maniera negativa, certe situazioni o gruppi sociali differenti
da quello d’appartenenza e di conseguenza ad agire in maniera sfavorevole nei
loro confronti. Nasce dal modo di approcciarsi alla realtà, fa parte di una
forma di pensiero che appartiene ad una determinata cultura.(Es- Gli europei
hanno dei pregiudizi nei confronti delle diverse etnie dalla pelle nera o molte
tribù africane pensano che gli europei siano portatori di stregoneria). il
pregiudizio è composto da una parte cognitiva, rappresentata dalle credenze che
gli individui hanno in relazione ad una certa categoria sociale e da una parte
affettiva, ovvero, i sentimenti messi in atto dall’oggetto bersaglio e, infine,
una parte comportamentale che prevede le azioni compiute nei confronti
dell’oggetto bersaglio.
Relativismo
culturale
Teoria formulata, a partire dal
particolarismo culturale di Franz Boas, dall'antropologo statunitense
Melville Jean Herskovits (1895 - 1963) secondo il quale, ogni società è unica e
diversa da tutte le altre, mentre i costumi hanno sempre una giustificazione nel
loro contesto specifico.
Da questa teoria sono derivate numerose tesi che
raccomandano il rispetto delle diverse culture e dei valori in esse professati.
Tali idee sostengono ad esempio l'opportunità di un riesame degli atteggiamenti
nei confronti dei paesi del Terzo Mondo, richiedendo maggior cautela negli
interventi e criticando la tendenza coloniale e post-coloniale ad imporre anche
un sistema culturale mediante l'intervento umanitario.
Secondo il relativismo culturale i vari gruppi
etnici dispongono quindi di diverse culture e tutte hanno valenza in quanto
tali.
Secolarizzazione
È quel fenomeno per il quale la società non
adotta più un comportamento sacrale, ma si allontana da usi e costumi
tradizionali; modifica tutti i sistemi dei valori, trasformando tutte le
identità e le apparenze laiche. La secolarizzazione è stata considerata il
tramonto delle ideologie poiché mette in crisi anche altri soggetti, come lo
stato, i grandi partiti o i movimenti di massa. Infatti critica la pretesa di
questi, di porsi come centro della storia del mondo.
Selezione
La selezione naturale, concetto
introdotto da Charles Darwin nel 1859 nel libro L'origine delle specie,
è il meccanismo con cui avviene l'evoluzione delle specie e secondo cui,
nell'ambito della diversità genetica delle popolazioni, si ha un progressivo (e
cumulativo) aumento della frequenza degli individui con caratteristiche ottimali
(fitness) per l'ambiente di vita.
In riferimento alla competizione tra individui,
Darwin descrisse il concetto di "lotta per l’esistenza", che si basava
sull’osservazione che gli organismi, moltiplicandosi con un ritmo troppo
elevato, producono una progenie quantitativamente superiore a quella che le
limitate risorse naturali possono sostenere, e di conseguenza sono costretti a
una dura competizione per raggiungere lo stato adulto e riprodursi.
Gli individui di una stessa specie si
differenziano l'uno dall'altro per caratteristiche genetiche (genotipo) e
fenotipiche (cioè morfologiche e funzionali, frutto dell'interazione del
genotipo con l'ambiente). La teoria della selezione naturale prevede che
all'interno di tale variabilità, derivante da mutazioni genetiche casuali, nel
corso delle generazioni successive al manifestarsi della mutazione, vengano
favorite ("selezionate") quelle mutazioni che portano gli individui ad avere
caratteristiche più vantaggiose in date condizioni ambientali, determinandone,
cioè, un vantaggio adattativo (migliore adattamento) in termini di sopravvivenza
e riproduzione.
La selezione naturale può essere distinta in tre
tipi:
- La selezione direzionale , che si verifica quando un determinato genotipo ha una fitness più elevata rispetto agli altri e, di conseguenza, la frequenza del fenotipo corrispondente tenderà ad aumentare. Rispetto alla distribuzione normale, si assisterà ad uno spostamento di questa, nel corso delle generazioni, verso l’estremità che corrisponde al fenotipo più adatto, con una coda in corrispondenza di questa direzione. Ad esempio, nel caso del peso corporeo, se interviene un evento selettivo che agisce contro gli individui con peso maggiore, la distribuzione delle frequenze tenderà a spostarsi verso l’estremo corrispondente ad un più basso peso corporeo, fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.
- La selezione stabilizzante , invece, si verifica quando il fenotipo medio è favorito rispetto agli estremi. Ad esempio gli individui con un peso medio alla nascita hanno maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto a quelli con peso maggiore o minore. Questo tipo di selezione, quindi, si oppone ai cambiamenti, mantenendo stabili le diverse forme fenotipiche; si parla, in questo caso, di polimorfismo bilanciato. Un esempio classico è l'eterosi, che si attua quando gli individui eterozigoti per un determinato allele (A/a) possiedono una fitness maggiore rispetto sia agli omozigoti recessivi (a/a) che a quelli dominanti (A/A). Questo meccanismo dipende dalla presenza contemporanea di due pressioni selettive, una che agisce contro gli omozigoti recessivi e l’altra contro gli omozigoti dominanti. È il caso dell'eterosi per l'anemia falciforme, che si riscontra nelle zone dove esiste la presenza endemica del parassita che provoca la malaria, il Plasmodium falciparum, in questo caso parliamo della superiorità dell'eterozigote (a\A) nei confronti degli omozigoti in termine di fitness.
- La selezione diversificante, detta anche disruptiva, favorisce i fenotipi estremi, a scapito di quello intermedio. Questa condizione si viene a creare quando la popolazione vive in un ambiente non uniforme, nel quale un fenotipo può essere favorito in una determinata nicchia ecologica, mentre l’altro è più adatto in un'altra nicchia. In questo modo, entrambi i fenotipi aumenteranno in frequenza nel corso delle generazioni e la curva assumerà un andamento bimodale. Questo tipo di selezione ha una notevole importanza perché determina un aumento della diversità genica all'interno delle popolazioni e, di conseguenza, promuove la speciazione.
Si parla inoltre di selezione
negativa, intendendo la rimozione selettiva di alleli rari che sono
dannosi. Viene detta anche selezione purificante e può portare al mantenimento
delle sequenze geniche, conservate tra le specie, per lunghi periodi di tempo
evolutivo. La progressiva epurazione di alleli dannosi, per il costante
ripresentarsi di nuove mutazioni dannose, si ricollega alla selezione ambientale.
Socializzazione
La socializzazione è un processo atto alla
trasmissione di informazioni attraverso istituzioni capaci di trasmettere alle
nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato fino a quel momento grazie
a due particolarità:
Ogni società ha una vita più lunga rispetto agli
individui che la compongono
Il patrimonio culturale comprende l’insieme di
competenze sociali di base e competenze specialistiche che diversificheranno la
società. Si ha per questo motivo una “socializzazione primaria” che assicura il
primo obiettivo; e una “socializzazione secondaria” che si occupa del
secondo.
Il primo stadio riguarda i primi anni di vita di
un bambino, fino circa l’inizio delle scuole primarie. Segue poi la fase
successiva che dall’inizio della scuola si protrae per tutto l’arco della vita.
Il patrimonio culturale di generazione in generazione viene modificato, in
quanto la società continua a modificarsi di fronte a nuovi fattori. Per questo
una parte del patrimonio viene di volta in volta accantonata e lascia spazio
all’innovazione.
In altre parole, la socializzazione è un processo
di apprendimento che porta i minori, inseriti in un determinato contesto sociale
e culturale del quale assimilano le norme e condividono il linguaggio e il
riferimento ai valori, a preferire specifici codici di comportamento, modalità
alimentari, interpretazioni della realtà sociale.
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