Handicap e disabilità

DIFFERENZA TRA DISABILITA' E HANDICAP
 Handicap,nel linguaggio corrente,viene usato come sinonimo di disabilità invece sono due concetti diversi.
                          COSA VUOL DIRE DISABILITA'
 Disabilità vuol dire avere una perdita o limitazione delle proprie capacità fisiche, sensoriali e/o intellettive. E’ l’incapacità a fare qualcosa.

                                              COSA VUOL DIRE HANDICAP
 Handicap o svantaggio/menomazione/impedimento,(dalla parola inglese che nello sport indica uno svantaggio assegnato ai competitori più forti per rendere più interessante una gara ippica e golf), è una conseguenza della disabilità e si riferisce ai limite che essa produce nella vita sociale. In pratica l’handicappato è colui che a causa di una disabilità( di nascita o intervenuta nel corso della vita) subisce dei limiti nel movimento o nella relazione col prossimo.
 Gli handicappati sono coloro che,avendo un deficit(mancanza), possono vivere delle difficoltà derivanti non solo da questo(deficit) ma anche dall’incontro con l’ambiente fisico e sociale in cui si trovano. Facendo questa distinzione si può capire bene che,mentre la disabilità è un punto fermo della sua realtà fisica o intellettiva,cioè non si può eliminare, gli handicap possono essere maggiori o minori a seconda delle condizioni in cui essi si trovano nella società.
                                    SIAMO TUTTI DIVERSI,SIAMO TUTTI UGUALI
 Non esistono due persone uguali. Ognuno di noi è il risultato di tante caratteristiche non solo fisiche ma anche della personalità. Ciò che siamo è il risultato di tanti fattori, di nascita,di educazione e di ambiente in cui siamo inseriti. Siamo diversi in ciò che ci piace. Siamo diversi in ciò che sappiamo fare e abbiamo il diritto e il dovere di esprimerci secondo le nostre inclinazioni.
 Tutti abbiamo il diritto di essere trattati equamente. Ognuno di noi ha diritto di avere le stesse opportunità. Ognuno di noi ha il dovere di mettersi a disposizione della società in base alle sue possibilità. Ognuno di noi ha il dovere di sviluppare le proprie abilità,per metterle a disposizione della comunità sociale.

                                     LE BARRIERE ARCHITETTONICHE
 Dobbiamo lavorare per il raggiungimento di una società che sia indirizzata alla riduzione dell’handicap, non solo nei suoi aspetti tecnici e materiali come le barriere architettoniche ma soprattutto per gli atteggiamenti mentali,cioè persistere di ‘’barriere culturali e mentali’’, che è necessario superare. In questa accezione,l’handicap che significa svantaggio, ostacolo deve essere ridotto e superato lavorando su ciò che è ’’ handicappante’’, cioè su ciò che determina lo svantaggio.
 Viene considerato ’’barriera architettonica’’ qualunque elemento che impedisce,limita o rende difficoltoso(se non impossibile) spostamenti o l’uso di servizi,da parte di persone con limitata capacità motoria o sensoriale. Un elemento,per non essere considerato barriera architettonica, deve risultare accessibile e non un ostacolo per alcun individuo,questo per garantire al maggior numero di persone il diritto alla libertà di movimento.
 Questo ha portato alla ricerca di parametri comuni,determinando così quali elementi sono da considerare barriera architettonica. Ecco alcuni esempi classici di barriere architettoniche:scalini, rampe con pendenze eccessive, porte strette,marciapiedi stretti, ascensori piccoli. Oltre a questi casi evidenti, esistono altri tipi di barriere architettoniche, purtroppo a volte invisibili ai pienamente abili come:finestre, banconi da bar, parapetti troppo alti che impediscono la visibilità ad esempio ad invalidi in carrozzella, marciapiedi senza sufficiente spazio per la salita e la discesa,semafori privi di segnale acustico ma anche barriere ‘’ virtuali ‘’, come siti internet non conformi agli standard di accessibilità.
                                             
       L‘ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
 L’accessibilità in Italia si fonda sulla Costituzione,ma la normativa che disciplina l’accessibilità e l‘abbattimento delle barriere architettoniche è la Legge 13/89 che stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. La Legge 13/89 concede ai cittadini contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche su immobili privati già esistenti ove risiedono portatori di menomazioni o limitazioni funzionali (di carattere motorio o non vedenti).
Accessibilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali,di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi ed attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
 Visitabilità: per visitabilità si intende la possibilità,anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Per spazi di relazione s’intende gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio privato e quelli corrispondenti del luogo di lavoro, servizio e incontro. In altre parole, la persona può accedere in maniera limitata alla struttura, ma comunque le consente ogni tipo di relazione fondamentale.
 Adattabilità: è la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito,intervenendo senza costi eccessivi,per rendere completamente e agevolmente fruibile lo stabile o una parte di esso anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale. Un edificio si considera adattabile quando, con l’esecuzione di lavori differiti, che non modificano né la struttura portante né la rete degli impianti comuni, può essere reso accessibile.
                                             LA LEGGE 104/92:
 Un nuovo concetto di assistenza alle persone disabili è stato introdotto dalla legge 104/92 ‘’ Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate’’. in base a questa legge le persone che si trovano in situazione di handicap possono avere agevolazioni di diverso tipo:
 - l’insegnante di sostegno a scuola,se presente un handicap cognitivo o sensoriale;
 -contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti nella propria abitazione( es: ascensore,scivoli per sedia a rotelle);
 -fornitura di protesi o ausili per la deambulazione;
 Sussidi tecnici necessari a favorire la comunicazione (computer e altri);
 - permessi retribuiti speciali quando si svolge un’attività lavorativa.
                                                LA LEGGE 162/98
 La legge regionale n. 162/98 si occupa invece di sollevare le famiglie in cui è presente un disabile, dal carico di assistenza fornito dai familiari. In pratica si ha diritto ad avere per alcune ore al mese l’appoggio di un educatore o di un assistente che si occupi di lui. Ma i tagli alle spese fatti dal Governo stanno riducendo sempre di più queste agevolazioni.
                                          LA LEGGE 118/71:
 La condizione di invalido è regolata dalla legge 118/71 con la quale si riconosce il diritto alla persona,di percepire un beneficio economico vero e proprio,in conseguenza di un danno biologico.
 I benefici economici sono:
 -PENSIONE DI INVALIDITA' CIVILE:viene erogata dall’Inps ai cittadini di età compresa fra i 18 e i 65 anni,riconosciuti invalidi civili e con totale invalidità al lavoro(cioè pari al 100%) ed è necessario che la Commissione certifichi entrambe le situazioni di invalidità e inabilità al lavoro. La concessione è subordinata a determinati limiti di reddito. Al compimento del 65esimo anno di età, in sostituzione di questo tipo di pensione, i cittadini ricevono la PENSIONE SOCIALE da parte dell’Inps;
 -PENSIONE DI INVALIDITà:viene erogata in sostituzione della Pensione di Invalidità Civile, ai cittadini ai quali sia stata certificata una inabilità al lavoro pari al 100% che abbiano precedentemente lavorato. Per tale pensione è richiesto un requisito di natura contributiva,bisogna aver versato all’Inps almeno 5 anni di contributi. Se l’invalidità riconosciuta non è totale ma superiore ai due terzi, condizione che permette lo svolgimento di un’attività lavorativa, si può ottenere un ASSEGNO ORDINARIO DI INVALIDITA’ oltre a quanto percepito dal lavoro svolto. Anche questo subordinato al requisito contributivo;
 -ASSEGNO DI INABILITA':viene erogato alle persone con invalidità accertata tra il 74 e il 99% in età compresa tra i 18 e i 65 anni,non occupati ma iscritti al collocamento. La concessione è subordinata a un limite di reddito;
 -INDENNITA' DI FREQUENZA PER MINORE DI Età':viene erogato ai minori con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età e che stiano frequentando un percorso scolastico o formativo professionale o riabilitativo;
 -INDENNITA' DI ACCOMPAGNAMENTO:viene erogato agli invalidi civili al 100% che sono impossibilitati a deambulare in maniera autonoma e che necessitano si un accompagnatore oppure non sono in grado di compiere atti quotidiani della vita e quindi hanno bisogno di assistenza continua. Le indennità,a differenza delle pensioni,non hanno alcun limite di reddito.

                    LA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO D’INVALIDITA':
 La domanda di riconoscimento d’invalidità, così come quella di persona con handicap, deve essere presentata dalla persona stessa o da un legale rappresentante (tutore o genitore) alla Commissione Medica per l’accertamento dell’Invalidità Civile nella ASL di residenza mediante un modello predefinito. Al suddetto modulo deve essere allegata una certificazione medica che attesti il tipo di decifit. La ASL convocherà poi la persona per una visita e nel caso ci fossero persone impossibilitate a muoversi è possibile chiedere di effettuare le visite al proprio domicilio.
                                                    PREVENZIONE SPINA BIFIDA
 Avere un bambino deve essere una scelta matura e responsabile e vi è comunque il rischio che possa nascere con delle malformazioni o patologie. L’Acido Folico è una vitamina del gruppo B (B9) che si trova soprattutto nei vegetali a foglia verde, come le insalate e i cavoli, il succo d’arancia, il pane bianco e i cereali arricchiti. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che, le donne che consumano almeno 400 microgrammi( 0.4 milligrammi) al giorno di acido folico,prima e durante i mesi di gravidanza, riducono fino al 50-70 % il rischio che il loro bambino nasca con un difetto congenito al midollo spinale ,alla colonna vertebrale o altri difetti di chiusura come palatoschisi e difetti cardiaci. Un esempio tipico di malformazione in carenza di Vitamina B9 è la cosiddetta ‘’SPINA BIFIDA’’ cioè una malformazione del midollo spinale all’interno della colonna vertebrale o all’esterno o alla scatola cranica. È importante sottolineare che l’assunzione di acido folico, come prevenzione di questo tipo di malformazioni, è essenziale nel primo mese di gravidanza. Come sappiamo bene,questo primo mese, è proprio il tempo in cui una donna nella maggior parte dei casi,non sa ancora di essere incinta. Quello che viene raccomandato perciò è che tutte le donne,in età fertile,assumano acido folico attraverso l’alimentazione,per essere pronte dal punto di vista fisico, a sostenere una eventuale gravidanza. L’acido folico è uno degli elementi essenziali per la formazione e lo sviluppo del DNA ed appartiene al gruppo di elementi che hanno un ruolo determinante nello sviluppo cellulare e dei tessuti. In conseguenza delle evidenze scientifiche, ormai da 15 anni l’acido folico viene utilizzato come prevenzione e cura della spina bifida.

Ma la novità riguardo alle proprietà dell’acido folico arriva dai risultati di una nuova ricerca, realizzata da un gruppo di lavoro composto da ricercatori di 20 Paesi Europei, secondo cui l’acido folico avrebbe un ruolo fondamentale anche nello sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini, dopo la nascita. La ricerca, ha dimostrato che i bambini, figli di donne che non assumono acido folico,prima e durante i mesi della gravidanza, hanno un rischio molto alto di manifestare problemi emotivi e/o cognitivi, nel corso dei primi 18 mesi di età.
                                                  LA SOCIETA’ DI OGGI

La società di oggi sta gradualmente cercando di comprendere e supportare la realtà delle persone più deboli,ma nell’esperienza concreta, vediamo spesso episodi di indifferenza o di insensibilità. I parcheggi riservati ai disabili sono ad esempio spesso occupati da persone che non ne hanno diritto.
 Le nuove generazioni di ragazzi sono le più sensibili a queste problematiche, grazie anche all’educazione impartita a scuola. Questa è una grossa speranza per tutti di poter vivere in una società che consideri queste persone non un peso ma una risorsa.
 In psicologia il termine motivazione viene usato per indicare i fattori sia interni che esterni che causano il comportamento dell’individuo in un determinato momento.
 E’ a partire dagli anni ’50 e ’60 che nasce l’interesse per la motivazione scolastica, questo grazie al clima storico-sociale e culturale di tale periodo.
Soprattutto grazie all’intervento della psicologia dell’educazione che si è occupata dei motivi per cui si studia.
Inizialmente si pensava che gli studenti studiassero per via del controllo imposto su di essi dagli insegnanti e dalla scuola. Ma in seguito per via della svolta degli anni ’50 e ’60 tale convinzione è stata sostituita dal fatto che gli studenti studiano non solo perché è la scuola a farli studiare ma perché c’era un qualcosa che li spingeva dall’interno studiando così indipendentemente dai condizionamenti della scuola.
Dunque la motivazione scolastica è un processo complesso poiché vede il combinarsi di diverse motivazioni ovvero talune intrinseche ed altre estrinseche. Per motivazione estrinseca si intende quando un individuo compie un’attività per scopi che sono estrinseci all’attività stessa ad esempio ricevere regali, lodi, riconoscimenti, un buon voto oppure per non venire punito o per evitare brutte figure. Mentre per motivazione intrinseca si intende lo svolgersi di un’attività perché la si trova interessante, stimolante e gratificante di per se stessa. Si basa soprattutto sulla curiosità poiché essa stimola l’esplorazione dell’ambiente alla ricerca di nuove informazione e soluzioni inoltre ciò che caratterizza questa motivazione è la padronanza infatti si pone nello studente il bisogno di essere sempre più competenti. A tale proposito fu importante il modello della curiosità dell’apprendimento di Berlyne.
Lo studio psicologico della motivazione ad apprendere ha avuto grande successo interessando diversi filoni di ricerca. Questi filoni possono essere ricondotti a tre filoni principali.
Il primo filone ha elaborato i contributi della social cognition, che studia i modi in cui l’alunno si pone gli obiettivi e i risultati del proprio comportamento, percepisce e valuta la propria capacità di affrontare i diversi compiti di apprendimento creandosi delle aspettative sui risultati futuri. Tale approccio è di matrice cognitivista mettendo così l’accento sulla motivazione come rappresentazione, sostenendo che l’individuo non è motivato perché viene “spinto” da dei bisogni né in quanto oggetto di contingenze favorevoli di rinforzo ma poiché tende a raggiungere un obiettivo che si presenta attraente oppure se è sgradevole lo si evita.
Il secondo filone viene rappresentato dagli studi sugli aspetti energetici della motivazione ovvero su quei fattori che attivano i comportamenti dell’individuo verso oggetti attività che gli interessano e che lo attraggono. A tale filone rientrano le teorie delle motivazioni intrinseche e gli studi dell’interesse. Le teorie sulle motivazioni intrinseche hanno segnato un distacco dal comportamentismo poiché sostenevano che i comportamenti dell’uomo non avevano origine dai bisogni primari ma dai un altro genere di bisogni ovvero quello di esplorare l’ambiente acquisendone una certa padronanza perciò al bisogno di conoscenza va’ collegato quello di avere la padronanza e il controllo delle situazioni. Negli anni ’80 venne rivisitato il concetto di interesse sostenendo che implicava la rilevanza dell’attenzione e l’aumento del funzionamento cognitivo e del coinvolgimento affettivo.
Infine il terzo filone è quello dell’autoregolazione dell’apprendimento.
Per autoregolazione si intende il fatto di usare sia strategie metacognitive sia motivazionali. Ad esempio uno studente e che si pone un obiettivo come quello di superare un esame usa sia strategie metacognitive soprattutto per valutare fra il tempo che ha a disposizione e nel scegliere le tecniche di studio sia strategie motivazione affinché possa controllare l’ansia. Gli individui non hanno solo il bisogno di sentirsi competenti ma anche quello di essere il creatore delle proprie azioni e di sceglierle liberante. Tale approccio venne dagli studiosi Daci e Ryan. Mentre i teorici della riuscita sostenevano che la “spinta” all’apprendimento non fosse dovuta tanto dalla curiosità e dall’interesse ma al desiderio del successo personale, non inteso però come successo sociale ed economico.
 MOTIVARE INTRINSICAMENTE GLI ALLIEVI.
Carl Rogers mise in evidenza l’importanza dell’effettività e il ruolo essenziale che svolge la relazione interpersonale nel processo motivazionale. Propose di partire dalla motivazione intrinseca per stimolare l’apprendimento e sviluppare l’indipendenza negli studenti. Ciò che propose era infatti:
1 dare agli studenti la possibilità di scegliere l’organizzazione della materia da studiare
2 far fissare allo studente i propri obbiettivi
3 proporre diversi approcci e lasciare agli studenti la possibilità di scegliere quello più adatto
4 permettere allo studente di scegliere la modalità di valutazione
5 rispettare l’opinione dello studente
6 favorire la cooperazione in classe
7 valutare il lavoro degli studenti e non la loro persona
8 suscitare la curiosità
9 lasciare esprimere i loro interessi e bisogni
 IL RUOLO DELL’INSEGNANTE E COME MISURARE IL GRADO DI MOTIVAZIONE
Ogni insegnante dovrebbe chiedersi come è possibile alimentare la voglia di apprendere dei propri alunni e come suscitare in ognuno il desiderio di imparare a pensare.
Se desidera dare una diagnosi precisa della motivazione dell’allievo dovrà osservare le manifestazioni dei comportamenti motivati, dei comportamenti non motivati e controllare i fattori dai quali dipende il tipo della motivazione presente in una classe.
L’osservazione va condotta in diversi tempi e più o meno lunghi poiché i comportamenti tendo a cambiare.
Un altro metodo per verificare la motivazione son l’utilizzo delle discussioni con gli studenti poiché con esse emergono le emozioni, le convinzioni, le credenze dunque possono essere fonti di rivelazioni importanti.
Possono venir utilizzate anche le interviste e i questionari infatti ci sono diversi questionari studiati appositamente per misurare la percezione della competenza, quanto si è in grado di autoregolarsi e il grado della motivazione intrinseca.
 Un alunno si mostra motivato se:
  1. . ascolta in classe
  2. . partecipa alla vita della classe
  3. . contribuisce alla lezione
  4. . lavora in maniera autonoma
  5. . fa di più di quello che gli viene richiesto  

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