La storia della scuola italiana dall'800 ad oggi

LEGGE CASATI

La legge Casati entrò in vigore nel 1859 nel Regno di Sardegna. Dopo l’unità d’Italia però si decise di utilizzarla anche per il neo stato. Consisteva principalmente in una riforma dell’ ordinamento scolastico che vedeva lo stato come padrone della scuola, infatti sino ad allora era la chiesa che si occupava dell’ istruzione. Si basava sul modello prussiano, quindi un sistema organizzativo prevalentemente gerarchizzato. Questa legge favoriva lo sviluppo sia delle scuole private sia di quelle pubbliche poiché lo stato riteneva fondamentale che tutti avessero un’ educazione di base.
Vi era però una separazione netta tra preparazione tecnica, che era seguita dalla classe operaia, e la preparazione classica, che era invece seguita dalla futura classe dirigente. Vi era anche una certa parità di sessi infatti maschi e femmine seguivano lo stesso curriculum.

CURRICULUM SCOLASTICO


Le elementari erano a carico dei comuni ed erano presenti due corsi: quello inferiore, biennale che era aperto nei comuni dove erano presenti almeno 50 bambini in età di frequenza e quello superiore, anch’esso biennale che era aperto solo nei comuni con minimo 4.000 abitanti.
La scuola secondaria prevedeva due percorsi. Quello classico che consentiva l’accesso a tutte le facoltà universitarie e si divideva in: Ginnasio, quinquennale a carico dei comuni e Liceo, triennale a carico dello stato. Quello tecnico invece si divideva in scuola tecnica, triennale a carico dei comuni e l’istituto tecnico, triennale anch’esso a carico dello stato che dava accesso alla facoltà scienze matematiche fisiche e naturali.
La scuola normale formava i futuri maestri elementari. Era triennale e l’accesso avveniva a quindici anni per le ragazze e a sedici per i ragazzi. La preparazione però era spesso lacunosa perciò le famiglie di classe agiata preferivano mandare i propri figli nelle scuole private o farli seguire da un precettore.
Per quanto riguarda l’università alle tre facoltà medioevali (teologia, giurisprudenza e medicina) si aggiunsero quelle di lettere e filosofia e scienze matematiche, fisiche e naturali.
L’insegnamento della religione era affidato al maestro sotto il controllo del parroco nelle elementari, nelle secondarie tecniche al direttore spirituale nominato dal vescovo e nelle scuole normali a un docente titolare di cattedra. Vi era comunque possibilità di esonero.

LEGGE COPPINO

Entra in vigore il 15 Luglio 1877 e prevedeva la gratuità per la scuola elementare, sanzioni per chi non frequentava. In questo modo però le spese gravavano sui comuni più piccoli e per questo in molti dei comuni non veniva aperta nessuna scuola elementare.
Questa riforma ha il merito di aver formato nuovi cittadini attraverso l’insegnamento dell’educazione civica e di aver adattato il metodo d’insegnamento alle diversità di ogni bambino. I cattolici criticarono molto questa riforma poiché prevedeva l’abolizione dei direttori spirituali e l’insegnamento del catechismo.

LEGGE ORLANDO

Entra in vigore nel 1904. Prevedeva il prolungamento dell’obbligo scolastico fino ai dodici anni, l’apertura di un corso popolare per la quinta e la sesta classe ed elargisce fondi ai comuni per istituire scuole almeno sino alla quarta classe.
LEGGE DANEO-CREDARO

Entra in vigore nel 1911 e prevede una riforma della scuola elementare. La rende statale e in questo modo è lo stato che si occupa degli stipendi dei maestri e non più i comuni. Proprio per questo anche i comuni più piccoli possono permettersi di aprire scuole elementari.

RIFORMA GENTILE

Entra in vigore nel 1923 e rimane sino al 1962. Con questa riforma prolunga l’obbligo scolastico sino ai quattordici anni. L’ insegnamento della religione cattolica era obbligatorio, ma solo nelle scuole elementari poiché Gentile era convinto che la religione non fosse utile se non per preparare i bambini alla filosofia. Prevedeva l’istituzione di scuole speciali per gli alunni portatori di handicap e anche l’abolizione degli studi di psicologia, didattica e ogni attività di tirocinio.
La scuola materna era triennale e non obbligatoria con carattere ricreativo che serviva principalmente per vedere le naturali manifestazioni dell’intelligenza e del carattere del bambino.
La scuola elementare era quinquennale al termine dei quali si poteva accedere, attraverso un’ esame,  al ginnasio, due anni più tre, che dava accesso al liceo classico, scientifico, femminile, istituto tecnico e a quello magistrale oppure alla scuola complementare, triennale, a cui si accedeva senza un’ esame e che frequentavano tutti coloro che non volevano continuare il corso di studi.
Solo gli studenti del liceo classico avevano accesso a tutte le facoltà mentre gli studenti con un diploma scientifico potevano accedere alle facoltà di medicina e chirurgia.
La Carta della Scuola
La carta della scuola è stata presentata dal ministro Bottai; il quale accentuava la preparazione ed il ruolo della cultura militare. La scuola era divisa in: urbana e rurale con sfoci diversi nella scuola media; artigiana per le campagne e professionale per le città. Il fondamento della Carta della scuola è di sostituire ad una scuola borghese una popolare. Il secondo ciclo della scuola elementare formato dalle classi quarta e quinta, fu chiamato Scuola del lavoro. La scuola media era distinta in tre parti: scuola media triennale, scuola artigiana triennale e scuola professionale biennale. La scelta della carriera avveniva per ogni alunno all’età di 11 anni.
I Programmi del 1945
I programmi del1945 erano rivolti alla scuola elementare e materna; presentano alcuni aspetti innovatori: annullano la distinzione tra scuole urbane e rurali, maschili e femminili e propongono un’attività scolastica non autoritaria e competitiva ma comunitaria e basata sulla responsabilità collettiva e individuale. Le materie costituenti il curricolo furono: religione, italiano, storia, geografia, matematica, canto, educazione morale, civile e fisica.
La riforma della scuola media del 1962
Il 31 dicembre 1962 viene approvata la legge che prevede l’abolizione della scuola di avviamento al lavoro con la creazione di una scuola media unificata cioè che permetta l’accesso a tutte le scuole superiori. Nello stesso periodo vengono aumentate in Italia le classi miste maschili e femminili. Permane un’ambiguità sulla questione latino, di qui in seconda media si studiano elementi assieme all’italiano, mentre diventa materia facoltativa nel terzo anno, ma necessaria per l’accesso al liceo.

Anni 70
Una novità importante è rappresentata dai decreti delegati, approvati nel 1974, introducono nella vita della scuola una rappresentanza dei genitori, del personale ATA e degli studenti (solo nella scuola superiore). Il cambiamento maggiore investe la scuola elementare. Nasce la scuola a tempo pieno destinata a diventare un laboratorio di innovazione. La legge 517/77 introduce il principio dell’ integrazione attraverso l’assegnazione di insegnanti di sostegno alle classi che accolgono alunni portatori di handicap; si stabiliscono nuove norme sulla valutazione e si aboliscono gli esami di riparazione per la scuola media. Nel 1979 vengono riformati i programmi della scuola media, con la scomparsa del latino come disciplina autonoma.

Anni 80/90
Il problema in questi anni è la dispersione scolastica, ovvero il mancato conseguimento di livelli adeguati di apprendimento, nonostante la regolarità degli studi. Più volte nel corso degli anni 80 si abbozza l’elevamento dell’obbligo scolastico senza mai andare a buon fine. Significativi invece sono i mutamenti della scuola elementare con i Programmi del 1985 e hanno come conseguenza l’introduzione di una pluralità di docenti per la stessa classe. L’eliminazione degli esami di riparazione, attuata durante il primo governo Berlusconi ad opera del ministro Francesco D’Onofrio nel 1995 fu un altro cambiamento critico tuttora fonte di polemiche.

Riforma Berlinguer
Berlinguer nel gennaio 1997 pubblicò il primo Documento di discussione sulla riforma dei cicli d’istruzione. In tale documento vi è la necessità di superare la distinzione tra cultura e professionalità, ovvero tra formazione culturale e formazione professionale. Uno dei concetti fondamentali e quello di nuova professionalità, come capacità di controllo dei processi in cui ciascuno è inserito. Inoltre si prevede l’articolazione del percorso scolastico non per gradi di istruzione ma per obiettivi di apprendimento: vi sono due modelli o due cicli d’istruzione : un ciclo di base fino ai 13/14 anni, e un ciclo secondario fino ai 18 anni, o addirittura un ciclo unico progressivo e comprensivo dai 6 ai 16 o 17 anni. Erano previsti due cicli scolastici: ciclo primario di 6 anni di durata, diviso in tre bienni, aveva come scopo la formazione dell’uomo e del cittadino nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, sociali e culturali. Esso favorisce la formazione della personalità degli alunni promuovendone l’alfabetizzazione; i primi due bienni erano dedicati allo sviluppo delle conoscenze e delle abilità di base e della dimensione relazionale, il terzo biennio era il consolidamento. Il ciclo secondario durava 6 anni e si articolava nelle aree umanistica, scientifica, tecnica, tecnologica, artistica e musicale, la funzione e quella di consolidare le capacità acquisite nel ciclo primario. Il primo anno si caratterizzava per la prevalenza degli insegnamenti fondamentali, il secondo ed il terzo anno per l’approfondimento degli insegnamenti comuni ed infine il triennio finale riguardava gli insegnamenti specifici a ciascun indirizzo. Nel frattempo Forza Italia ed Alleanza Nazionale presentano le loro proposte di riforma della scuola. Forza Italia propone di rimodulare la scansione, dopo la scuola d’infanzia, in tre gradi scolastici: primo grado, dai 6 ai 10 anni, secondo dai 10 ai 14 anni, terzo dai 14 ai 18 anni; inoltre si assiste all’abolizione del valore legale del titolo di studio, parità scolastica, formazione professionale a partire dai 12 anni di età, riforma della professione insegnante e l’elevazione dell’obbligo scolastico a 16 anni. Il testo di Alleanza Nazionale prevedeva la scansione: scuola materna, scuola di base, scuola secondaria, il liceo unico con 5 indirizzi e l’istituto tecnico con molti indirizzi, la riforma dell’esame di maturità, l’autonomia della scuola, parità scolastica e l’istituzione del Ordine Nazionale dei Docenti.
Riforma Moratti
La scuola materna
la scuola materna non è obbligatoria, ma è aperta a tutti i bambini che si vogliono iscrivere e assicura una effettiva uguaglianza delle attività educative.

La scuola elementare 
La scuola elementare dura 5 anni. Alla scuola elementare è previsto che si iscrivono i bambini che hanno compiuto i 6 anni di età entro il 31 agosto. Tuttavia, se un genitore ritiene che il proprio bambino sia precoce lo può anche iscrivere se i sei anni li compie entro il 30 di aprile dell' anno scolastico di frequenza, e quindi il primo di settembre il bambino più piccolo potrà avere 5 anni e mesi 4 compiuti. In tal modo viene evitato il fenomeno delle primine, cioè il fatto che alcuni genitori facevano frequentare abusivamente i propri figli nella prima classe della scuola elementare, senza poter effettuare la iscrizione, in quanto non avevano compiuto i sei anni di età; tale limite di età favorisce un uscita dalla scuola superiore e dall' Università con alcuni mesi complessivi in anticipo, nei riguardi dell' età di chi ottiene il diploma di maturità o la laurea; (cioè ci si diploma o ci si laurea con alcuni mesi di età in meno). La riforma della scuola elementare presenta altre novità; si introduce l' insegnamento di una lingua straniera dell' Unione Europea fin dal primo anno, cosi pure l' uso del computer  diventa obbligatorio  fin dalla prima elementare. Un' altra novità importante riguarda la serietà degli studi compiuti. Infatti i 5 anni della scuola elementare vengono divisi in un primo anno, costituito dalla prima classe e da un insieme di due anni (detto biennio) costituiti il primo biennio dalla classe seconda e terza, ed il secondo biennio dalla classe quarta e quinta. Tale divisione comporta che al termine di ogni biennio vi sia oltre alla valutazione del singolo anno anche la valutazione complessiva del biennio. E  poiché tale valutazione biennale verrà seguita dall' Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI), ne conseguirà una migliore serietà nella valutazione dei bambini; aumenterà il numero di coloro che verranno bocciati e si avrà una migliore preparazione il coloro che saranno promossi.
La scuola media
La scuola media resta di tre anni come quella attuale, si introduce la seconda lingua straniera per tutte le classi. I primi due anni costituiscono un biennio, al termine del quale vi sarà la valutazione biennale seguita dall' Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI). mentre al termine del terzo anno vi sarà  l' Esame di Stato, da cui l'alunno avrà una indicazione per poter scegliere la scuola superiore successiva.
La scuola superiore
La scuola superiore si divide in due tipi: - il sistema dei licei, -il sistema della istruzione professionale; tra i due sistemi è sempre possibile un passaggio, mediante il metodo delle passerelle cioè un insieme di lezioni aggiuntive a cura delle due scuole, quella di partenza e quella di arrivo, che dia allo studente la preparazione necessaria al cambio di scuola. il sistema dei licei si suddivide in: liceo Artistico, liceo Classico, liceo Economico, liceo Linguistico, liceo Musicale, liceo Scientifico, liceo Tecnologico, liceo delle scienze umane. la durata dei licei è di cinque anni; i primi due anni costituiscono il primo biennio, il terzo e  il quarto anno costituiscono il secondo biennio. segue un quinto anno al termine del quale vi è l'Esame di Stato, necessario per accedere all'Università degli Studi.

Il sistema della istruzione professionale
Il sistema della istruzione professionale prevede un percorso diverso in base alle scelte del singolo alunno. la durata del percorso non e stabilita fin dall'inizio, ma viene graduata nel corso degli anni. Si stabilisce un sistema di alternanza di scuola-lavoro, che a la caratteristica di favorire, dopo i quindici anni, dei periodi che l'alunno svolge nel mondo del lavoro, periodi che la scuola programma e valuta come un vero percorso didattico. al termine dei primi tre anni di istruzione professionale l'alunno consegue un diploma di qualifica. se l'alunno non ha intenzione di proseguire gli studi universitari, può frequentare un quarto anno, conseguendo la qualifica quadriennale. qualora voglia accedere alla Università, può frequentare un quinto anno e sostenere l'Esame di Stato che ha lo stesso valore di quello del sistema dei licei. La qualità del sistema di istruzione; per la prima volta la scuola inizia una valutazione dell'intero sistema di istruzione della formazione, e questa è un a novità che caratterizza la riforma scolastica voluta da Letizia Moratti. In aggiunta alla valutazione annuale viene aggiunta una valutazione degli alunni, che avviene alla fine dei bienni, sia nella scuola elementare,  media e superiore. Un particolare compito viene aggiunto all'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI). Tale istituto avrà il compito di valutare le conoscenze e abilità degli alunni, in modo indipendente dalle valutazioni dei docenti delle singole classi; Inoltre l'INValSI valuterà l'offerta complessiva che viene fornita dalle singole scuole. Infine gli Esami di Stato, previsti sia per la terza media che al quinto anno della scuola superiore si svolgeranno sia su prove organizzate dalla commissione di esame, composta dai docenti delle singole classi, sia su prove predisposte e fornite dall' INValSI. l'Istituto potrà esprimere dei confronti tra le varie scuole del nostro paese, mettendo in evidenza sia le scuole di eccellenza sia le scuole che non svolgono seriamente le proprie attività didattiche.
Alternanza scuola-lavoro.
Un'altra novità della riforma Moratti è l'alternanza scuola lavoro, prevista per gli alunni della scuola superiore che hanno compiuto i 15 anni. Tale alternanza prevede che il singolo alunno possa svolgere della attività lavorativa presso aziende private o Statali; Tali attività verranno programmate dalla scuola in cui l'alunno è iscritto e saranno valutate come conoscenza acquisite dall'alunno al di fuori della scuola.
Formazione degli insegnanti
La Formazione degli insegnanti acquista un particolare rilievo nella riforma. Nella scuola attuale diversi docenti non possiedono nemmeno un diploma di maturità ma sono stati ammessi in ruolo senza aver terminato la scuola superiore. Ciò ha causato un notevole impoverimento culturale e formativo della scuola statale dal 1962 fino al 2001. La riforma Moratti mette fine a tale stato di degrado dei docenti, richiedendo a tutti gli insegnanti della elementare che delle superiori, non solo una laurea di primo livello ma anche una laurea biennale specialistica, al termine della quale dopo un adeguato periodo di tirocinio, il futuro docente acquisisce la possibilità di insegnare, cioè ottiene la abilitazione all'insegnamento.


Riforma Gelmini
Scuola dell'infanzia
Viene data alle famiglie la possibilità di anticipare l'iscrizione dei propri figli ai 2 anni e mezzo.

Scuola primaria
Viene introdotto,il maestro unico, che a partire dall'anno scolastico 2009/2010 ha sostituito nelle prime classi della primaria di primo grado i tre docenti per due classi precedentemente previsti per il modulo. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola. Introduzione della valutazione numerica decimale nella scuola primaria, accompagnata da un giudizio sul livello di maturazione raggiunto.
Scuola secondaria di primo grado
Introduzione della valutazione numerica decimale nella scuola secondaria di primo grado. Riduzione del monte orario, che passa da 33 a 30 ore settimanali, Laddove desiderato, compatibilmente con le disponibilità di insegnanti in organico e in sostituzione delle due ore della seconda lingua, le famiglie potrebbero optare per un aumento di due ore settimanali per l'apprendimento dell'inglese passando da 3 a 5, oppure utilizzare queste ore per corsi di italiano per studenti stranieri. Introduzione della prova nazionale dell'Invalsi di Italiano e Matematica nell'esame finale di licenza media.
Scuola secondaria di secondo grado
La riforma è stata attivata per l'anno scolastico 2010-2011, ed entrerà in pieno regime per l'anno scolastico 2014-2015. Essa prevede un drastico taglio delle ore di insegnamento negli Istituti tecnici e professionali, anche se molti, tra addetti della scuola, sindacati, e associazioni, speravano, fino all'ultimo, in un ripensamento, da parte del ministro Gelmini, almeno per quanto concerne la riduzione oraria degli insegnamenti cosiddetti "di indirizzo" degli Istituti tecnici, come l'insegnamento della materia "Tecnologie e disegno tecnico" ove, a seguito della riforma, è stata attuata la riduzione di 1/3 delle ore di lezione, e conseguentemente delle relative cattedre e quindi del personale docente. Il voto in condotta nelle scuole secondarie, mai abolito in precedenza, torna a fare media per concorrere a definire il giudizio finale dell'alunno in sede di promozione. Qualora uno studente non raggiungesse i sei decimi, non potrà essere ammesso alla sezione successiva o al ciclo successivo,
Il comparto indirizzi (composto da 396 corsi sperimentali) e 51 progetti assistiti, di licei ed istituti tecnici, viene snellito e ridotto drasticamente, passando appunto da più di 750 a soli 20 indirizzi, venendo abolite, cancellate ed eliminate tutte le sperimentazioni dei licei, istituti tecnici e professionali precedentemente esistenti. L'insegnamento della lingua inglese diventerà obbligatorio per tutto il quinquennio (3 ore alle settimana, tranne nel Liceo Linguistico, dove si svolgono 4 ore nel biennio e 3 nel triennio), in ogni tipo di istituto superiore. L'insegnamento delle materie scientifiche verrà anch'esso potenziato in alcuni indirizzi.


Riordino dei licei 
I licei nati dalla conversione degli istituti magistrali (liceo socio-psico-pedagogico, liceo delle scienze sociali) confluiscono tutti nel nuovo liceo delle scienze umane, che comprende due indirizzi distinti, uno tradizionale, dove si studierà anche il latino, e l'opzione economico-sociale, che prevede lo studio di una seconda lingua straniera anziché il latino e il potenziamento di diritto ed economia. Gli indirizzi del vecchio liceo artistico e dell'istituto d'arte confluiscono interamente nel nuovo liceo artistico, che prevede un primo biennio unitario e sei diversi indirizzi nel secondo biennio e nell'ultimo anno. Per quanto riguarda il Liceo classico e il Liceo Linguistico, tutte le sperimentazioni, gli indirizzi e i vari progetti assistiti precedentemente esistenti vengono tutti aboliti ed eliminati e tutto confluisce in un unico e nuovo indirizzo presente di ordinamento. I licei musicali e quelli coreutici sono stati unificati nel liceo musicale e coreutico, che presenta due sezioni, una musicale e una coreutica. In tutti i licei riformati si studierà una prima lingua straniera per tre ore la settimana dal primo al quinto anno; nel Liceo delle scienze umane - Opzione Economico - sociale si studierà anche una seconda lingua straniera; la seconda lingua straniera potrà essere introdotta negli altri licei facendo ricorso all'autonomia dei singoli istituti.

Scuole di formazione e specializzazione

Per la SSIS e il COBASLID venne introdotto un criterio di reinserimento in graduatoria. Con la legge 169 la laurea in scienze della formazione primaria diventa abilitante all'insegnamento. Vengono introdotti nuovi criteri di accesso alle scuole di specializzazione di medicina.

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