Creatività e curiosità

CREATIVITA'
I bambini sono innatamente curiosi e creativi.
Una semplice definizione di creatività è quella di essere un'azione che combina elementi prima privi di nessi fra loro. Un altro modo di considerare la creatività, anche in ottica metacognitiva, è quello del gioco creativo delle relazioni intercorrenti fra pensieri ed oggetti.
Nel dare libero corso all'immaginazione del bambino, e stimolandone la creatività, il gioco puramente inventivo è anche una potente valvola di sfogo per tutte le ansie, le paure e le frustrazioni che si accompagnano inevitabilmente alla sua crescita. Bruner, a seguito di una vasta rassegna sulle ricerche condotte fino ad oggi sul gioco, avanza l'ipotesi che questa attività abbia un valore fondamentale nell'evoluzione delle specie e che, in particolare, nell'uomo assuma una funzione importantissima. Il gioco rappresenterebbe una attività ideale per l'apprendimento in quanto, presentandosi come una situazione senza rischi, pressioni o stati di necessità, e minimizzando le conseguenze delle azioni in chi lo compie, mette l'individuo nella condizione più favorevole per tentare nuove strade, inventare nuove esperienze, risolvere problemi. Infatti, a differenza del passato, si verificano mutamenti ambientali e culturali profondi a un ritmo sempre più crescente, mutamenti che richiedono atteggiamenti flessibili, comportamenti duttili e soprattutto molta invenzione e creatività.
La creatività è perciò l'abilità di generare idee nuove e utili, soluzioni a problemi e impegni di ogni giorno. La personalità creativa contempla l'abilità di tradurre i nostri talenti, doni, visioni in una realtà esterna che abbia connotazioni di novità ed utilità. Si parte dall'avere un'idea globale e il resto diventa una sorta di automatico bricolage della mente, come se questa lavorasse autonomamente e senza pressioni. Questo aspetto, che ovviamente non deve far passare in seconda linea il lungo lavoro e impegno che è alle spalle di ogni attività di tipo creativo, sembra far parte della capacità di generare elementi nuovi in modo quasi ludico o di individuare delle valenze inusuali in una realtà altrimenti già nota.
Nel processo creativo concorrono sempre due dimensioni differenti (ma interrelate) che possono essere considerate anche due diversi livelli di dinamiche metacognitive:
1. Il particolare medium utilizzato (ad esempio la pittura ad olio o una forma musicale), o il particolare processo (ad esempio problem posing e solving, o lo stesso approccio ludico). La persona creativa manipola quel medium con finalità creative.
2. La seconda dimensione è descritta dal "contenuto" concettuale che viene descritto dal medium. Ancora, la persona creativa descrive, cambia, manipola, esprime in qualche modo, creativamente, il concetto di tale contenuto.
Anche il gioco, d'altra parte, rappresenta un importante strumento cognitivo dove, egualmente, vengono avanzate ipotesi, simulati scenari, scartate soluzioni inadatte. E dove, soprattutto, vengono messe in campo delle visioni del mondo alternative, pervase da logiche diverse.
In ottica metacognitiva bisogna tener conto di almeno tre aspetti della personalità creativa:
· Il processo creativo dovrebbe ricalcare le fasi delle più comuni routines metacognitive
· La personalità creativa dovrebbe avere i tratti distintivi di padronanza delle abilità metacognitive
· Le caratteristiche dei prodotti della creatività dovrebbero essere valutati in base a criteri metacognitivi
La creatività fa capo ad un intreccio globale tra motivazioni interne e sollecitazioni sociali, bisogni e rinforzi, curiosità ed emozioni che nascono dall'aver scoperto o realizzato qualcosa di nuovo.
Se c'è qualcosa che già esiste, qualcosa che già è stato descritto, si tratta quindi di utilizzarlo in modo innovativo, di individuarvi degli elementi che vanno al di là delle sue apparenze o significati immediati. Il pensiero creativo può essere diviso in ragionamento divergente e convergente:
· Il pensiero divergente è l'abilità intellettiva di ideare in modo originale, diverso, elaborato.
· Il pensiero convergente è l'abilità intellettiva di valutare, criticare, scegliere in modo logico l'idea migliore fra molte.
Entrambe queste abilità sono necessarie alla produzione creativa. Il pensiero divergente è essenziale alla caratteristica di novità della produzione, mentre quello convergente apporta il criterio di appropriatezza.
Questo aspetto ci rimanda pertanto all'esistenza di una molteplicità di processi intelligenti, di logiche difformi rispetto a quella "istituzionale", evidenti a partire dall'infanzia, prima cioè che il pensiero venga strutturato attraverso il linguaggio e le griglie del pensiero adulto, orientato verso un fine prevalente.
La creatività ci si propone per un suo aspetto fondamentale che l'accomuna ad altri processi della mente: quello di far capo a un più globale intreccio tra motivazioni interne e sollecitazioni sociali, bisogni e rinforzi, curiosità ed emozioni che nascono dall'aver scoperto o realizzato qualcosa di nuovo. Creare, giocare, innovare, dar corpo a una propria idea: tutto questo non ci rimanda quindi soltanto ad una visione prettamente operazionale del cervello e dell'intelligenza ma ad un'ottica più generale in cui la mente prende forma a partire da un complesso gioco tra visioni del mondo, emozioni, desideri.

CURIOSITA'
La curiosità è il bisogno di mantenere il livello ottimale di stimolazione della mente che spinge a cercare attivamente informazioni in quantità e di qualità adeguate. Inoltre la curiosità è un importante fattore sociale,in quanto si può usare nella persuasione o quando una minoranza prova a far valere le sue posizioni nei confronti di una maggioranza. Charles Darwin aveva collegato la curiosità ai comportamenti immotivati e alle capacità cognitive dei soli mammiferi e primati. Oggi sappiamo che la curiosità è un processo più complesso in quanto la si può ritrovare anche negli animali inferiori come gli uccelli e i pesci. Infatti questo processo è molto importante per gli animali,poiché gli permette di adattarsi in ogni tipo di ambiente.
Freud invece nella sua psicoanalisi aveva considerato la curiosità come uno sviluppo adulto della curiosità sessuale infantile. Infatti secondo Freud le persone poco curiose avrebbero represso i loro desideri di conoscenza sessuale.A supporto di questa tesi lo psicoanalista riteneva le donne meno curiose degli uomini in quanto nella cultura occidentale la sessualità femminile è più repressa
In conclusione la curiosità è una motivazione intrinseca essendo una capacità innata e biologica degli uomini stessi.Inoltre questa capacità permette agli uomini di cercare attivamente informazioni di qualità adeguata e di stimolare appieno la mente.
Curiosità = comportamento esplorativo
Il comportamento esplorativo, importante precursore dello sviluppo cognitivo, è sensibile al rinforzamento intrinseco o ecologico (soddisfare la curiosità)
La curiosità fa parte del più ampio settore di studio sulle motivazioni intrinseche ovvero quelle motivazioni e comportamenti che producono una soddisfazione intrinseca non legata ad una ricompensa esterna. Un altro esempio di motivazione intrinseca è la motivazione al successo (achievement motivation) cioè il bisogno di darsi e di raggiungere obiettivi sfidanti perché difficili, impegnativi o innovativi, ma comunque realisticamente alla portata del soggetto. Poi c’è una motivazione intrinseca che riguarda il saper fare qualcosa indipendentemente dal grado di bravura. La soddisfazione deriva dal saper fare quel qualcosa e dal farlo senza rinforzo esterno.
Cos’è la motivazione intrinseca ?
La motivazione intrinseca è uno stato di attivazione e di soddisfazione che deriva dall’esecuzione di una particolare azione o comportamento più che dalle conseguenze del comportamento/azione. In questo caso diciamo che il rinforzo è intrinseco all’azione. L’azione non è più un mezzo per ottenere un rinforzo ma è rinforzante di per se. Un tipico caso di motivazione estrinseca invece è quello in cui un deficit di qualche tipo attiva la motivazione che a sua volta produce un comportamento orientato al raggiungimento di un goal che ha come conseguenza la riduzione del deficit. Nel caso della motivazione estrinseca possiamo dire che nel raggiungimento del goal per il soddisfacimento del bisogno l’azione o il compito svolto vengono rinforzati.
LA CURIOSITÀ È DAVVERO UNA MOTIVAZIONE INTRINSECA INNATA?
Svariati studi hanno dimostrato che la curiosità come motivazione intrinseca è presente sia nel mondo animale che in quello umano. Si può notare infatti che “i cuccioli”, sia animali che umani, in tenera età esplorano il mondo a loro circostante senza motivazioni specifiche. Molto spesso, esempio i ratti, intraprendono un’esplorazione per pura curiosità interrompendo questa attività nel momento in cui sentono il bisogno di soddisfare bisogni primari. Interrante notare come in alcuni casi la curiosità non solo possa superare i bisogni primari, ma come essa addirittura posso funzionare da ricompensa. Per esempio in un esperimento di Butler si può notare che le scimmie aprivano finestre per il sempre piacere di scoprire stanze nuove. Ma quali prove abbiamo che la curiosità sia veramente una motivazione intrinseca? La risposta ci viene data dal fatto che questo elemento si a presente anche nel mondo animale,come tra scimmie, pesci e uccelli. Differenza tra il mondo animale e quello umano è che in quest’ultimo la curiosità è particolarmente marcata e, come dice Lorenz, permanente in tutta la vita, cioè è una carattere giovanile persistente. La curiosità va di pari passo con l’uso che gli esseri viventi fanno della mente per adattarsi all’ambiente: più si servono della mente più l’evoluzione li dota della curiosità. Un’altra prova di questa motivazione intrinseca sono gli effetti del mancato soddisfacimento della curiosità: l’effetto principale è quello della noia, ma se questo stato di noia persiste anche l’attività mentale può risentirne.
Piaget notò i lattanti che esploravano ambiente con gli occhi interrompendo la poppata. La curiosità vince la fame e la curiosità può farci esporre a rinforzi negativi e la curiosità soddisfatta è come una ricompensa(scimmie che volevano aprire una finestra per guardare in una stanza, i ratti accendevano una luce per fuggire alla noia)Lo stimolo deve avere la capacità di incuriosire la mente.)Anche se è innata non è uguale in tutte le persone e muta durante la vita infatti le esperienze personali e l’ambiente possono incoraggiarla o meno, inoltre molto è dovuto alle differenze culturali. L’uomo quindi tende a esaudire questo bisogno innato e la società cerca di ridimensionare la sua curiosità: frenare la curiosità dei piccoli è in tutte le culture sia umane sia animali nell’allevamento della prole. Infatti essa espone a pericoli e l’individuo tende a trascurare eventuali conseguenze negative, così la società cerca di reprimere la curiosità a scopo difensivo. Il rischio per curiosare è presente anche negli adulti. Inoltre se ognuno segue i propri interessi resta difficile cooperare per obiettivi comuni, quindi per coordinarsi con gli altri l’uomo deve sacrificare parte della sua voglia di esplorazione. La curiosità minaccia anche l’integrazione sociale, infatti chi è troppo curioso rischia di isolarsi, o viola le regole sociali, è difficilmente controllabile perché non sensibile ai rinforzi.
Sorgenti di curiosità
Cosa desta curiosità ?
Fonti genetiche - Ci possono essere delle categorie di stimoli che destano curiosità per motivi genetici. Ad esempio sono incuriosito da tutto quello che si muove oppure sono incuriosito da rumori di un certo tipo.
 La discrepanza dalle previsioni -Tutto ciò che non prevedo desta curiosità. In generale ogni errore di predizione può destare curiosità. Questo concetto è diverso dal successivo perché riguarda situazioni dinamiche in cui sono coinvolti processi di causa effetto.
Discrepanza dalle conoscenze (differenza statistica) -Tutto ciò che è diverso da quello che conosco desta curiosità. Esempio nella camera distorta vedo due persone una più grande e una più piccola. Questo contrasta con le mie conoscenze che le persone hanno tutte più o meno la stessa grandezza. Oppure vedo un frutto più grande del solito. Questo tipo di sorpresa deriva dal fatto che l’informazione “sorprendente” si discosta statisticamente dalle mie conoscenze.
Mancanza di conoscenze -La curiosità può derivare da una mancanza di conoscenze. Il classico esempio sono i regali di natale. Il bambino che vede sotto l'albero di Natale i pacchi è curioso non perché vede qualcosa che non ha mai visto ma perché cerca di colmare una mancanza di informazioni sul contenuto dei pacchi che cerca di dedurre dalla forma, dal peso o dal rumore che fa il pacco scuotendolo.
Il nuovo Anche la novità è una fonte di curiosità. Qualcosa che non ho mai visto, un comportamento che non ho mai visto, uno stato sensoriale mai esperito sono curiosi.

Nessun commento:

Posta un commento